Verso un’estate di tagli per i tassi di interesse

Le dichiarazioni dei governatori di BCE e FED lasciano intendere, pur tra mille prudenze, che si va verso un taglio dei tassi di interesse entro inizio estate.

La settimana appena archiviata ha visto tornare nuovamente protagonisti i governatori di FED e BCE. E questa volta le loro parole sono andate esattamente nella direzione sperata dai mercati. Sulla strada che porta ad una riduzione dei tassi di interesse rimangono però due potenziali ostacoli: l’andamento del mercato del lavoro ed i rischi geopolitici.

Il governatore della Federal Reserve, J Powell, ha dichiarato che la banca centrale non è lontana da quel livello di confidenza necessario per procedere ad una riduzione dei tassi di interesse. Christine Lagarde, dal canto suo, ha sottolineato come il processo disinflattivo nell’Eurozona continui e che il board avrà entro giugno a disposizione una quantità di dati tale da poter prendere una decisione sui tassi.

Sia Powell che la Lagarde hanno ribadito un punto importante, vale a dire che si rimarrà ancora a lungo distanti dal livello di politica monetaria neutrale, evidenziando un altro tratto in comune tra l’atteggiamento della FED e quello della BCE rispetto all’attuale configurazione macroeconomica: la prudenza.

Un atteggiamento prudente necessario fino a che sulla strada del ritorno ad una politica monetaria “normalizzata” rimangono due ostacoli: l’andamento del mercato del lavoro e le crisi geopolitiche. I governatori sanno bene quali siano i rischi di una riduzione dei tassi anticipata ed il ricordare quasi ossessivamente che ogni decisione sarà guidata dai dati è il modo per dire che ogni minima deviazione dal percorso ideale dell’economia sarà notato e determinante.

Ecco allora Lagarde ricordare che l’andamento dei salari nell’Eurozona non è ancora compatibile con il target di una inflazione stabile al 2%. Mentre al di là dell’oceano il mercato del lavoro continua a mostrare numeri che ne indicano uno stato di salute ancora eccellente.

La situazione macroeconomica di USA ed Eurozona è tutto fuorchè simile. E quindi parlare di coordinamento tra banche centrali sarebbe un errore. L’impressione, però, è che la condivisione di un atteggiamento estremamente prudente possa portare ad una quasi coincidente modalità d’azione da parte dei due istituti. Si va verso un’estate di tagli per i tassi di interesse? Forse si.

Foto di PublicDomainPictures

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