Febbraio: gli investitori convinti sull’azionario e sulla disinflazione

Nuovo appuntamento con la fotografia dei mercati fatta dal barometro finanziario di KbMeter. Gli investitori puntano sull’azionario e sembrano convinti su disinflazione e taglio dei tassi, ma la prudenza spunta qua e là in qualche scelta.

Cosa ci dice l’andamento delle principali assets class?

L’analisi sia di breve che di medio termine è concorde nell’indicare l’azionario come l’asset favorito dagli investitori, evidentemente convinti che il trend disinflattivo continuerà e che le banche centrali, alla fine, terranno fede alle promesse di taglio dei tassi entro l’anno. Dall’altro lato i dati confermano che l’incertezza sui tassi c’è e sta un po’ penalizzando l’obbligazionario (partito con tante potenzialità ad inizio anno). Interessante anche il recupero delle materie prime, tra risalita dei prezzi dell’energia e una domanda che potrebbe migliorare se l’economia mondiale resisterà alle difficoltà della congiuntura. L’analisi KB Meter sul portafoglio globale è piuttosto esplicita e ci segnala la progressiva perdita di appeal della liquidità.

Azionario sugli scudi, ma non dappertutto?

Si, le considerazioni sull’azionario devono tenere conto di una situazione geografica non omogenea. Al momento le nostre analisi sembrano indicarci, nel medio termine, un interesse più accentuato per il Nord America e per il Giappone, mentre l’area BRICS paga ancora le difficoltà cinesi.

Sul fattore dimensione cosa possiamo dire?

Qui al momento sembra che gli investitori abbiano messo da parte le small caps, puntando sulle società a grande capitalizzazione. Ma parlando di fattori d’investimento possiamo dire che le preferenze continuano ad essere sul momentum e sulla qualità, come dire cogli l’attimo ma allo stesso tempo punta su società solide; un ulteriore segnale di come si cerchi da un lato di sfruttare il buon momento dei listini, ma dall’altro non si rinunci ad un po’ di sana prudenza.

Capitolo obbligazioni, cosa stanno comprando gli investitori?

Per quel che riguarda i governativi le nostre analisi indicano una preferenza per le scadenze a breve che garantiscono meno volatilità ed una risposta più pronta alle decisioni delle banche centrali. Da notare una certa disaffezione, non del tutto condivisibile, per i titoli indicizzati all’inflazione. E c’è chi “tenta” di fissare il rendimento, anche sfruttando il complicato e variagato mondo degli High Yields.

Foto di Sergei Tokmakov

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