Azionario, il momento rimane positivo ma…

Per il mercato azionario il momento rimane positivo ma da più parti si comincia a guardare al filotto di massimi inanellato dai listini con qualche preoccupazione. Preoccupazioni che nascono osservando il comportamento di alcuni asset e le mosse sul mercato dei derivati.

Lo abbiamo ricordato settimana scorsa osservando la fotografia dei mercati finanziari nel mese di marzo: gli investitori continuano a considerare l’azionario come il miglior posto dove stare al momento. E le conseguenze di questa preferenza non si sono fatte attendere. Prendiamo come riferimento il mercato azionario statunitense. Nel primo trimestre dell’anno lo S&P500 ha guadagnato il 10%, miglior partenza d’anno dal 2019, ritoccando il massimo storico per 22 volte. L’ottimo momento è stato guidato in prima battuta da pochi settori, ma col passare delle settimane l’ondata rialzista ha coinvolto fette sempre maggiori dei listini. Così, nel primo trimestre del 2024, con lo S&P500 che torna a far meglio del Nasdaq 100, il 70% delle società appartenenti al principale listino newyorkese hanno tenuto quotazioni superiori alla media a 200 giorni. Una situazione che non si verificava per così tante sessioni di contrattazione dal 2021.

Si tratta di numeri sicuramente molto positivi, ma che fanno anche sorgere una domanda: fino a quando può durare tutto questo? La risposta sta come sempre nelle solite parole chiave: andamento dei profitti, scelte di politica monetaria, fattori esterni.

Se sulle prime due sembrano esserci motivi di ottimismo, è forse l’ultima delle tre parole chiave a far nascere le preoccupazioni più sostanziose. E quali sono questi fattori esterni? Sicuramente le questioni geopolitiche sono tra questi, rischi di allargamento dei conflitti bellici in essere e tornate elettorali importanti al qua ed al di là dell’oceano. Fattori carichi di potenziali conseguenze su prezzi e crescita.

Sul mercato dei derivati, dove le aspettative sul futuro dei listini si trasformano in mosse speculative o coperture, qualcosa sembra muoversi. Il rapporto di forza tra il costo delle opzioni 25 delta put sull’SP500 a un anno e quello delle corrispondenti call continua a rimanere sui minimi degli ultimi anni, il che significa che gli investitori non sembrano preoccuparsi di piccole variazioni al ribasso dell’indice. Allo stesso tempo, però, il VIX viaggia sui livelli più alti negli ultimi tre trimestri. E questo, secondo molti analisti, è il segnale che gli investitori sembrano volersi proteggere dal possibile arrivo di un cigno nero capace di far rotolare verso il basso l’azionario.

Cosa ci suggeriscono questi indizi raccolti dagli analisti sul mercato dei derivati? Che il trend sull’azionario rimane favorevole ma l’ambiente che lo circonda da segnali di forti rischi. Niente spaventi e puntare sulla qualità sembrano le opzioni al momento più confacenti.

Foto di TheInvestorPost

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