Una situazione economica globale in miglioramento minacciata dall’incertezza politica e dalle tensioni internazionali. E’ questa la fotografia tracciata dall’ultimo aggiornamento del McKinsey Global Survey.
Le notizie arrivate nell’ultima settimana non sono di certo rassicuranti. Mentre sul fronte ucraino la situazione si fa sempre più incerta, su quello mediorientale l’incubo di una guerra regionale diventa ogni giorno sempre più concreto. Se a questo aggiungiamo che nel 2024 i cittadini di oltre 60 paesi (più della metà della popolazione mondiale) saranno chiamati a votare la loro nuova guida politica, allora si capisce come la grande variabile che manovra le sorti dell’economia mondiale non si nasconda tra i dati macro, ma nelle faccende politiche nazionali e nelle tensioni internazionali.
A confermare questo quadro è anche l’ultima edizione del McKinsey Global Survey, un sondaggio svolto dall’istituto di ricerca di McKinsey su un campione di quasi 1000 dirigenti di ogni settore. Quasi la metà degli intervistati, il 46%, ritiene che la situazione economica sia destinata a migliora nei prossimi 6 mesi. Si tratta di una percentuale doppia rispetto a quella di chi pensa ad un deterioramento della condizione economica nel prossimo semestre; e della più alta percentuale dal rilevamente di marzo 2022. Rispetto all’aggiornamento di dicembre scorso la quota di ottimisti è salita di 10 punti percentuali, la maggior variazione registrata dal 2022 ad oggi.
Un sentiment globale con poche eccezioni. Dai dati del Global Survey si scopre che solo in Cina il sentiment rispetto a dicembre scorso ha subito una variazione negativa. Anche in Europa, la zona dove nella seconda metà del 2023 il sondaggio aveva registrato maggior pessimismo, i numeri sono decisamente migliorati nell’aggiornamento di primavera.
Ma una pesante spada di Damocle sembra rimanere sospesa su questa lettura in positivo. Per oltre due terzi del campione intervistato il maggior rischio per l’economia globale arriva dalle tensioni geopolitiche. Ed il secondo maggior rischio è indentificato nell’esito delle tante tornate elettorali sparse attorno al globo. Inflazione, rischi per la supply chain e debolezza dell’economia cinese arrivano solo dopo.
Le tensioni internazionali preoccupano maggiormente gli intervistati di Europa e Asia, mentre l’incertezza sulla leadership politica è particolarmente sentita nel Nord America. Facilmente intuibile il perchè di questa distribuzione che rappresenta, dopo tutto, le tre grandi minacce alla crescita economica: guerra in Ucraina, crisi in Medioriente, elezioni negli USA.
Foto di Gerd Altmann