ECB Forum, a Sintra una “terapia di gruppo” per i governatori

Riuniti a Sintra, in Portogallo, per l’ormai tradizionale ECB Forum, i governatori delle principali banche centrali si sono interrogati sul “mondo nuovo” che il decennio appena iniziato ci ha consegnato.

Tornato in presenza dopo la pausa pandemia, l’ECB Forum svoltosi settimana scorsa a Sintra, in Portogallo, è stata l’occasione per “tastare il polso” della situazione sul fronte della politica monetaria in tempi che – ad essere gentili – potremmo definire difficili. E dalle dichiarazioni dei tre principali governatori, Powell, Lagarde e Bailey, si ha l’impressione che sia andata in scena una sorta di sessione di terapia di gruppo nella quale ognuno ha iniziato ad elaborare la situazione nella quale si trova ad operare.

La FED è ampiamente sotto i riflettori, tra accuse di aver agito in ritardo (non del tutto campate in aria a dire il vero) e le preoccupazioni che il suo intervento possa portare ad una fase di recessione. Powell, dal canto suo, è stato chiaro sostenendo che il cruccio più grande è riuscire a fermare la spirale inflazionistica in atto. La recessione, che non ritiene automatica, viene dopo. Meno “estremistico” il punto di vista di Lagarde. E non potrebbe essere altrimenti con una guerra nel giardino di casa ed una domanda che non ha avuto quella super ripresa vista negli States. Intervento si, ma moderato, osservando con attenzione gli sviluppi della situazione e rimanendo pronti ad intervenire con più decisione nel momento in cui la traiettoria dell’economia divenisse più chiara.

Andrew Bailey, governatore della Bank of England, ricorda la rapida successione di scompensi che hanno portato l’economia inglese a vivere “a very large national real income shock”, un enorme shock sul fronte dei redditi reali. Certo, già gestire la Brexit non era – non è – compito facile, se poi ci aggiungi due anni di pandemia ed una guerra, tutto di fila, senza soluzione di continuità, allora – dice Bailey – è chiaro che la transitorietà del fenomeno inflazionistico è completamente da rivedere.

Poi è il momento nostalgia, quello nel quale, sospirando, si fa largo l’idea che forse si stava meglio quando si stava peggio. Powell ricorda che per 20 anni fenomeni come l’innovazione tecnologica, l’invecchiamento della popolazione, la globalizzazione e la bassa produttività hanno fatto pensare a tutti che il destino dell’economia globale fosse fatto di prezzi in discesa e tassi anemici. Ora, sostiene il governatore della FED, queste forze non sembrano più in grado di sostenere uno scenario di quel tipo e l’inflazione è destinata a tornare protagonista in pianta stabile nei prossimi anni. Anzi, a dire la verità – gli da man forte Lagarde – il sistema economico mondiale si sta muovendo verso un nuovo equilibrio. Un equilibrio che le banche centrali stanno cercando di decifrare.

Foto di Julian Hacker

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