Il momento difficile del mercato obbligazionario

La tanto attesa decisione della FED di alzare di 50 punti base i tassi dei Fed funds è l’occasione per qualche breve riflessione sul momento, nuovo e complicato, del mercato obbligazionario.

La Federal Reserve ha cominciato la sua lunga marcia nella lotta all’inflazione. Una marcia nel corso della quale chiuderà i rubinetti della liquidità, provando a non far deragliare l’economia a stelle e strisce. Non un compito facile, anzi. Il mercato in queste settimane sta scontando i tanti numeri che si sono letti e per l’obbligazionario sono stati da subito dolori. La domanda che ci si pone ora è se questa discesa continuerà o se si sia già raggiunto un punto di bottom.

La chiave di lettura potrebbe essere nei numeri dell’economia USA ed in quelli delle trimestrali. Tra secondo e terzo trimestre del 2022 si capiranno meglio gli effetti dell’inflazione sui consumi e le implicazioni della nuova minaccia alla supply chain globale. Se questi dati faranno supporre l’approssimarsi di una recessione e se l’inflazione darà segni di cedimento, allora la marcia della FED potrebbe rallentare ed quel punto le prospettive, specie per i governativi USA, potrebbero cambiare in maniera sensibile. Come si vede tanti, forse troppi, se ancora sparsi sul percorso.

Per il momento i fatti parlano di un pesante sell-off, frutto di una ripresa in grande stile dei rendimenti. Basti solo pensare che un anno fa il Bloomberg Global Aggregate Negative Yielding Debt index, un paniere di titoli obbligazionari con rendimenti negativi, contava 4500 titoli; oggi l’indice è formato da un centinaio di obbligazioni, una sparuta minoranza composta in larga parte da titoli giapponesi (effetto BoJ) e da governativi europei con scadenza inferiore all’anno.

Non tutto di questo momento difficile del mercato obbligazionario deve essere visto necessariamente in maniera negativa, però. Dopo anni e anni di valutazioni stellari, i prezzi delle obbligazioni potrebbero tornare attraenti; e questo proprio grazie ai rendimenti di nuovo sopra zero, anche quelli reali vale a dire al netto dell’inflazione (come mostrano bene i rendimenti dei TIPS statunitensi nell’ultimo periodo). Probabilmente, per il momento, sono un’opportunità in ottica da cassettista (portando i titoli a scadenza), mantenendo duration corte, selezionando con cura l’emittente e aggiungendo al mix un po’ di tasso variabile ed un po’ di inflation linked.

Illustrazione di mohamed_hassan

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