Elezioni americane a fare la parte del leone sui mercati azionari. Volatilità probabile grande protagonista del mese dopo un settembre che ha visto un rosso diffuso sui listini. Ancora segnali deboli di inflazione mentre salgono le aspettative di nuove manovre monetarie da qui a fine anno.
Key factors per il mese che si apre
Le elezioni americane rimango uno degli argomenti chiave per i mercati, anche nel mese di ottobre. A pesare è l’incertezza sul risultato e, forse ancor di più, il comportamento dei due candidati all’indomani dei risultati delle votazioni. La bussola sembra essere la volatilità ed il VIX ci da indicazioni interessanti in merito. Da quota 21 di inizio agosto, l’indice dell’incertezza è salito a 26 punti. Il future a fine ottobre è passato dal 30 a 29, mentre sale sia quello di metà novembre che quello di dicembre. Questo confermerebbe il timore, da parte dei mercati, di una contesa elettorale che, tra riconteggi e polemiche, potrebbe prolungarsi fino a dicembre.
Nel corso del mese dovrebbero arrivare le prime indicazioni sull’andamento del terzo trimestre 2020. Tutte le principali economie mondiali dovrebbero segnare un corposo segno più, proprio a partire dagli USA. Secondo le stime della Fed di Atlanta il dato annualizzato del terzo trimestre dovrebbe assestarsi sul +32%.
Poco movimento sul fronte obbligazionario, con le principali banche centrali che potrebbero attendere l’ultimo mese dell’anno per dare qualche nuovo “scossone” ai tassi di interesse. Nel frattempo si registra una leggera ripresa dell’inflazione, con il differenziale tra i T-Bond a 10Y ed i TIPS pari scadenza che torna ad allargarsi.
Breve periodo. Scelte tattiche
Azionario
Settori: beni durevoli, componenti auto, lusso, abbigliamento, arredo, healthcare
Geografico: Emergenti zona Asiatica, Cina, USA
Obbligazionario / Valute
Le aspettative inflazionistiche non sono del tutto decifrabili. Ma sembra intravedersi qua e la sprazzi di rialzo dei prezzi, uniti ad una perdurante politica monetaria espansiva ed una “benevola” disposizione all’inflazione da parte delle prinicpali banche centrali. L’aumento dei prezzi non è fenomeno di pochi mesi e gli effetti sull’inflazione delle attuali manovre potrebbe presentarsi solo nel 2021. Treasury e Bund restano presidi sicuri nel breve, gli indicizzati all’inflazione possono essere utili su orizzonti temporali più lunghi. Sui corporate continua lo schiacciamento dei rendimenti, fenomeno che rende più complicato districarsi tra i vari gradi di rischio degli emittenti. Nel breve possibile puntare su fallen angels collegati a settori resilienti ed ESG.
Altro
Se settembre confermerà il movimento al rialzo dei prezzi, potrebbero tornare interessanti le materie prime. Oro ancora su livelli molto alti ma, salvo improvvise fiammate geopolitiche o recrudescenze del virus, non dovrebbe avere nel breve grossi movimenti all’insù.
Lungo periodo. I 3 profili
Le 3 asset allocation di lungo periodo (orizzonte temporale minimo di 5 anni) sono costruite utilizzando solamente 4 strumenti finanziari (ETF), ognuno dei quali replica un indice di riferimento.
- Azionario Globale: MSCI World Index
- Obbligazionario globale: Barclays Global Aggregate Bond Index
- Oro: prezzo a pronti dell’oro in dollari statunitense
- Monetario: EuroMTS EONIA (Euro Overnight Index Average)
Ogni asset allocation differisce per la strategia utilizzata nella sua composizione.
- Difensivo: Minimizzazione della volatilità
- Bilanciato: Massimizzazione rendimento/ cap volatilità
- Aggressivo: Massimizzazione del rendimento con vincolo di volatilità massima
Difensivo
Rendimento annualizzato: 1,93% | Volatilità: 5,64% | Downside risk: 4,39% | VAR (95%): 9,03
- Azionario: 6%
- Obbligazionario: 85%
- Oro: 4%
- Monetario: 5%
Bilanciato
Rendimento annualizzato: 3.57% | Volatilità: 6,99% | Downside risk: 5,84% | VAR annuo (95%): 11,03
- Azionario: 30,53%
- Obbligazionario: 60,47%
- Oro: 4%
- Monetario: 5%
Aggressivo
Rendimento annualizzato: 7.37% | Volatilità: 14,49% | Downside risk: 13,24% | VAR (95%): 22,77
- Azionario: 85%
- Obbligazionario: 9,99%
- Oro: 4%
- Monetario: 1,01%