Eventi atmosferici sempre più estremi significano anche danni materiali sempre più ingenti. E le ricadute di questa semplice quanto ineludibile correlazione si stanno facendo sentire sul settore assicurativo. La situazione negli USA è emblematica.
Negli anni 80 dello scorso secolo gli eventi atmosferici gravi negli USA, quelli in grado di causare danni per almeno un miliardo di dollari, avevano una frequenza di tre all’anno. Nel primo decennio del 2000 la frequenza è salita a 13 per anno; nel 2023 si sono registrati 28 eventi atmosferici estremi da almeno un miliardo di dollari di danni. La progressione è sconcertante, nei valori e nella velocità; siamo infatti ad un sostanziale raddoppio nel giro di un decennio. E la domanda che ne consegue viene spontanea: chi paga tutti questi danni?
Il settore assicurativo sta evidentemente soffrendo il colpo e le conseguenze sono principalmente due: da un lato alcune aree del paese stanno sperimentando una vera e propria “sparizione” di coperture assicurative; dall’altro le zone considerate ancora assicurabili vedono un incremento piuttosto sostenuto dei premi.
In molte aree di stati come la Californa e la Florida – l’abbiamo già visto in un altro post – le compagnie assicurative non considerano più possibile emettere assicurazioni su eventi atmosferici che di aleatorio sembrano avere oramai solo la quantificazione dei danni. In queste zone gran parte dei ristori deve quindi arrivare dalle casse statali o da quelle federali, con potenziali conseguenze sul fronte del debito pubblico.
E dove ancora le assicurazioni coprono i danni, i costi per gli assicurati crescono sensibilmente. Una recente ricerca di Insurify stima in alcuni stati aumenti percentuali a doppia cifra per l’assicurazione delle case. Il caso più estremo sembra essere quello della Luisiana, dove un premio assicurativo annuo medio potrebbe salire nel 2024 del 23% rispetto a 12 mesi prima, a quota 7800 dollari. In un solo stato degli USA, il South Dakota, Insurify stima un calo del premio assicurativo medio annuo per l’abitazione.
Foto di Jan Mallander