Dalio, gli investimenti green e la mancanza di profittabilità

Per il fondatore di Bridgewater, Ray Dalio, gli investimenti green soffrono di un problema di fondo, vale a dire la mancanza di profittabilità. Ed uno scenario di tassi elevati rende le cose ancora più complicate.

Dalla COP28 arrivano notizie contrastanti. Se da un lato sembra esserci ancora parecchio da discutere sul tema dell’abbandono delle fonti fossili, dall’altro si sarebbe aperto uno spiraglio sul fronte dei finanziamenti del cosiddetto fondo Loss and Demage, che dovrebbe garantire liquidità ai paesi più poveri per fronteggiare i rischi del cambiamento climatico ed avviare la transizione.

Se quindi sul fronte dei finanziamenti pubblici qualcosa dovrebbe essersi mosso, il condizionale è mai come in questi casi obbligatorio, la situazione è molto più complessa per quel che riguarda i finanziamenti privati. E non si tratta di un problema di poco conto, visto che dei trilioni di dollari necessari a rispettare gli impegni di Parigi una larga parte deve arrivare proprio dai privati.

Sul tema è intervenuto nella giornata di martedì scorso il fondatore di Bridgewater, Ray Dalio. Una voce di peso nel mondo della finanza. Secondo Dalio gli investimenti green soffrono di un problema di fondo: la mancanza di profittabilità. E se già in precedenza, quando il denaro costava zero, i ritorni non erano esaltanti, possiamo immaginare cosa significhi ora investire con i tassi sui massimi da qualche decennio a questa parte. Per sbloccare quei 10 trilioni di dollari all’anno necessari per finanziare la transizione, ha detto Dalio, dobbiamo far si che gli investimenti green siano produttivi. Senza ritorni il meccanismo non regge, ha aggiunto, perchè tutti abbiamo a che fare con un limite difficilmente superabile: il PIL mondiale che raggiunge i 100 trilioni di dollari.

Dalle parole del fondatore di Bridgewater sembra emergere una visione pessimistica sulla possibilità che gli obiettivi di Parigi vengano rispettati, tanto da ritenere più utile, vista la limitatezza delle risorse, concentrare gli sforzi sull’adattamento alle nuove condizioni rispetto ad un ciclopico tentativo di bloccarle. Adattamento che stimolerebbe nuove tecnologie e che potrebbe portare a quella produttività in grado di rendere profittevoli gli investimenti.

Foto di Pascal Laurent

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