Sfondo scuro Sfondo chiaro

Oro protagonista grazie a banche centrali e mercati asiatici

Il report Gold Demand Trends sul primo trimestre 2024 conferma il ruolo di protagonista dell’oro, con la domanda che rimane sostenuta dalle banche centrali e dai mercati asiatici.

Uno dei protagonisti principali sui mercati finanziari negli ultimi mesi è sicuramente l’oro. Lo ricordavamo ad inizio settimana raccontando la nostra fotografia dei mercati. Lo certifica una volta di più il report Gold Demand Trends curato dal World Gold Council. Vediamone i punti più salienti.

Oro, la corsa dei prezzi da ottobre 2023. Fonte: tradingview.com
Oro, la corsa dei prezzi da ottobre 2023. Fonte: tradingview.com

Il grafico riportato qui sopra parla da solo. Da ottobre 2023 ad oggi le quotazioni dell’oro sono andate via via accelerando, ritoccando record e fermandosi attorno ai 2300 dollari all’oncia, sotto al picco di quasi 2400 dollari all’oncia toccato a metà mese scorso. Cosa ha scatenato questa corsa al lingotto? Un aiuto per rispondere a questa domanda ci arriva dal Gold Demand Trend pubblicato nei giorni scorsi dal World Gold Council e che presenta i dati relativi al primo trimestre del 2024.

La prima considerazione che possiamo trarre dal report è che le banche centrali continuano ad essere protagoniste e a sostenere la domanda di oro. Nel primo trimestre del 2024 le riserve di lingotti possedute degli istituti centrali sono cresciute di 290 tonnallate. Gli acquisti del primo trimestre 2024 sono stati i più elevati mai registrati dalla statistica per lo stesso periodo dell’anno dal 2000 ad oggi. Si tratta della prosecuzione di un trend iniziato nel 2022 con una sempre maggiore consistenza degli acquisti da parte delle banche centrali di paesi emergenti come Cina, India e Turchia. Meno attive, invece, le grandi banche centrali occidentali (BCE, BoE e Fed). Sulle motivazioni di questa corsa all’oro da parte degli istutiti centrali torneremo prossimamente, ma possiamo anticipare che tra le motivazioni principali sembrano esservi una volontà di diversificare le proprie riserve e creare un cuscinetto di sicurezza contro rischi di tensioni finanziarie internazionali.

La seconda considerazione riguarda gli investimenti in oro. Qui il report ci suggerisce alcune cose interessanti. La quantità di oro detenuta dagli ETF si è ridotta complessivamente nel primo trimestre di 114 tonnellate. Ma emergono due tendenze contrapposte: un aumento per quel che riguarda i fondi quotati sui mercati asiatici ed una diminuzione per quelli quotati sui mercati occidentali. Più nel dettaglio gli ETF sull’oro quotati nei mercati asiatici hanno incrementato le loro riserve di 10 tonnellate nel primo trimestre, portando a quattro i periodo di crescita consecutivi.

Numeri complessivamente in crescita, invece, per la detenzione di lingotti e monete. La variazione annua si ferma al 3% ma il ritmo rimane del 17% superiore alla media a 5 anni. Anche in questo caso la domanda risulta più convinta sui mercati asiatici rispetto a quelli europei.

In definitiva il report ci conferma che la domanda dell’oro è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali (soprattutto quelle dei paesi emergenti) e dalla “fame” di lingotti dei mercati asiatici. Un movimento, quest’ultimo che si esplicita sia sui mercati regolamentati (ETF, lingotti e monete), sia in quelli OTC (dove sembra concentrarsi il grosso della domanda).

Cosa attenderci per i prossimi mesi? Gli analisti del World Gold Council non sembrano vedere grossi cambiamenti in vista. La domanda rimarrà sostenuta e con essa i prezzi. Questo significa una domanda sbilanciata verso l’investimento a scapito della lavorazione e, altro punto interessante, un sempre maggior interesse per l’attività di recupero e riciclo dell’oro.

Foto di Linda Hamilton

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Eurozona, economia torna a crescere ed inflazione rimane stabile

Post successivo

USA, costo del lavoro sale nel primo trimestre 2024

Pubblicità