Intervenuta al Festival dell’Economia a Bristol, un’importante esponente della BoE ha avvertito che l’inflazione alimentare è qui per restare e che per il Regno Unito la situazione è complicata dalla forte dipendenza dall’estero.
Per Swati Dhingra, “rate setter” della Banca d’Inghilterra, i consumatori britannici dovrebbero prepararsi a ulteriori aumenti dei prezzi alimentari in futuro, a causa dei cambiamenti climatici e delle tensioni geopolitiche.
Intervenuta al Festival dell’Economia a Bristol, Dhingra ha dichiarato che il Regno Unito dipende dalle importazioni per produrre l’80% del suo cibo. Una dipendenza più elevata rispetto ad altri paesi e molto più alta delle stime del governo britannico che indicano in circa il 50% il cibo consumato in Gran Bretagna proviente da importazioni. Percentuali, ha continuato Dhingra, che dovrebbero far attivare un vero e proprio programma di preparazione alimentare
Le sue osservazioni mettono in luce l’esposizione del Regno Unito agli shock globali dell’offerta e aumentano le preoccupazioni di un ritorno a livelli di prezzi più volatili. “Abbiamo davvero bisogno, ad un certo punto, di sviluppare un grande dibattito pubblico sul fatto che molti dei nostri prezzi, non solo nel cibo ma più in generale, non sono stabiliti nel Regno Unito, ma all’estero”, ha sottolineato.
L’inflazione alimentare nel Regno Unito è salita ai massimi livelli in decenni quest’anno a causa della guerra in Ucraina, che ha interrotto l’approvvigionamento di cereali, e dell’aumento dei costi per i coltivatori, inclusi carburante, mangimi e fertilizzanti. Sebbene gli aumenti nelle bollette alimentari si siano attenuati, l’inflazione alimentare nel Regno Unito è ancora bloccata a due cifre.
Una situazione che mette in difficoltà i responsabili delle politiche della Banca d’Inghilterra nel stabilire il corso dei tassi di interesse e nel controllare l’inflazione, che attualmente rimane più del triplo dell’obiettivo del 2%.
Nel suo rapporto di politica monetaria di novembre, la BoE prevede che l’inflazione alimentare su livelli ad una sola cifra nell’ultimo trimestre di quest’anno e si porterà attorno al 5% nei primi tre mesi dell’anno prossimo. La Banca d’Inghilterra ha sottolineato che ci vorrà del tempo affinché un’attenuazione dei costi degli input nel settore alimentare si rifletta nei prezzi sugli scaffali per i consumatori.
Foto di André Rathgeber