Ipotesi soft landing USA convince gli investitori

Nel sondaggio di BofA per il mese di luglio emerge la tendenza da parte degli investitori di considerare plausibile una soft landing negli USA, ma la prudenza rimane tanta ed il sentiment ancora negativo.

L’inflazione statunitense rallenta e contemporaneamente arrivano segnali di forte resistenza dalla domanda e dal mercato del lavoro. Un mix di ingredienti che ha nuovamente rimescolato le carte e “costretto” gli investitori a rivedere, per l’ennesima volta, le proprie aspettative sull’andamento dei mercati finanziari nei prossimi mesi.

Qual è ora lo scenario più probabile? Stando ai numeri sembra che ad oggi l’ipotesi di una soft landing dell’economia USA abbia decisamente preso quota ed i timori degli investitori per una recessione sono tornati, in parte, dentro al cassetto.

A dircelo sono soprattutto i numeri; come quelli del consueto aggiornamento mensile del BofA Survey. Nel mese di giugno i gestori internazionali hanno sensibilmente ridotto la percentuale di liquidità nei loro portafoglio obbligazionari. Dal 35% di maggio scorso si è passati al 26%, vale a dire la percentuale più bassa da due anni a questa parte (una presa di posizione in attesa del rally sui prezzi). Tra i 100 intervistati nel sondaggio della banca statunitense la preoccupazione per una recessione USA è scesa ai minimi dal maggio del 2021, vale a dire da quando la FED ha imboccato la strada dei rialzi; e così la liquidità accumulata cominicia ad essere rimessa in circolo. Il 68% degli intervistati si aspetta ora un rallentamento dell’economia a stelle e strisce ma non una recessione.

La prudenza, però, sembra ancora essere il principale ingrediente di ogni strategia di investimento. Sempre sul fronte obbligazionario, per esempio, le posizioni su titoli investiment grade hanno toccato il massimo dal 2022, mentre i titoli speculativi vengono al momento sottopesati. Inoltre, nel complesso, la posizione in liquidità rimane alta, al 5.3% dal 5.1% del mese precedente.

Anche per quel che riguarda le future decisioni della banca centrale prevale una certa prudenza, con il primo taglio dei tassi “spostato” dagli intervistati dal primi trimestre al secondo trimestre del 2024.

Sul fronte azionario il 42% degli intervistati continua a considerare con molto interesse l’investimento lungo nelle big tech. Si tratta della stessa percentuale di chi pensa che l’adozione dell’intelligenza artificiale possa portare benefici in termini di profitti entro i prossimi due anni.

Su una cosa, invece, sembra esserci la quasi unanimità: l’uscita dalle materie prime. Nel sondaggio di luglio la loro posizione di sottopeso è la più alta registrata dal maggio del 2020.

Prudenza rimane il termine che meglio descrive il mood generale. Combinando i dati relativi a liquidità ed asset allocation del sondaggio BofA, infatti, emerge un sentiment globale ancora ribassista e con poche probabilità di migliorare nel secondo semestre dell’anno.

Foto di Pexels

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