Nella riunione di giovedì scorso la Federal Reserve ha deciso di prendersi una pausa lasciando i tassi invariati. Ma il dot plot indica altri due rialzi entro l’anno.
La Federal Reserve ha scelto di prendersi una pausa. Dopo 10 rialzi dei tassi di interesse consecutivi, la banca centrale statunitense prova a dare al mercato qualche segnale conciliante, ma senza eccessi. Pur ricordando che il mercato del credito sta riducendo gli spazi di manovra di imprese e consumatori, la FED sottolinea che il mercato del lavoro rimane solido, la crescita, seppur indebolita, prosegue e l’inflazione resta elevata. Così il governatore Powell lascia aperta la porta a due ulteriori rialzi nel corso dell’anno ed il dot plot aggiornato sembra rimandare qualsiasi ipotesi di riduzione all’anno prossimo.
Partiamo proprio dal dot plot, il grafico fornito dalla FED che spiega l’orientamento e le aspettative sui tassi dei 18 membri del board della banca centrale. Ben 12 governatori votanti ritengono che il livello dei tassi dei Fed Funds nel 2023 debbano arrivare in area 5.5% – 5.75%, il che significa che la maggioranza del board ritiene necessario ancora da uno a due rialzi dei tassi di interesse da qui a fine anno. Lo stop ai rialzi non significa, come abbiamo detto tante volte, un’inversione a U della politica monetaria. Sempre con riferimento al dot plot FED, si nota come la maggior parte dei membri del board veda proseguire la fase di politica monetaria restrittiva anche nel biennio 2024-2025, con una proiezione del tasso di lungo termine (quello che potremmo considerare neutro per la politica monetaria) al 2.5%. Per il 2024 l’ipotesi è un taglio di circa 1 punto percentuale; schema che dovrebbe poi ripetersi anche nel 2025.
La pausa, quindi, è catalogabile più come una sosta ai box, l’occasione per valutare i dati macro su un orizzonte temporale più ampio tenendo, però, bene a mente che il problema inflazione non è ancora superato.
Gli investitori sembrano aver capito l’antifona. Secondo un sondaggio condotto da Bloomberg, il 70% degli intervistati ritiene che il lavoro della FED non sia ancora finito; e per oltre il 50% del campione un primo ribasso dei tassi potrebbe scattare solo nella seconda metà del 2024.
Cosa significa tutto questo per l’economia americana? Sempre stando ai dati del sondaggio, la conseguenza più probabile è l’arrivo di una fase recessiva entro i prossimi 12 mesi; lo pensa oltre il 60% degli intervistati. Al di là dei sondaggi, segnali in questo senso continuano ad arrivare dall’andamento della curva dei rendimenti dei Treasury. Lo spread tra le scadenze a 2 e 10 anni ha toccato quota 93 punti, ad un passo dal record del marzo scorso (109 punti); un’inversione che statisticamente conduce verso un periodo di downturn per l’economia a stelle e strisce.
Foto di William Warby