Le banche centrali stanno provando a far arrivare la loro voce ad un pubblico sempre più ampio, i social network sono uno strumento prezioso per questo scopo. Uno studio prova a descrivere come gli istituti centrali utilizzano i nuovi canali del web.
Abbiamo ripetuto molte volte nel nostro blog che una politica monetaria davvero efficace non può esistere senza una comunicazione altrettanto efficace da parte della banca centrale. E la comunicazione, lo sappiamo bene, si è evoluta molto velocemente negli ultimi decenni, in particolare con l’avvento delle piattaforme social. Ma qual è il rapporto tra banche centrali e social network? Li utilizzano? E quali argomenti vengono percepiti come più interessanti dagli utenti?
Tante domande a cui ha cercato di dare qualche risposta uno studio recentemente presentato sul sito del CEPR e condotto da Oana Peia, Davide Romelli e Donato Masciandaro. Il lavoro di Peia e colleghi ci ricorda innanzitutto come la comunicazione degli istituti centrali sia cambiata dagli inizi degli anni 90 dello scorso secolo ad oggi. Nei primi anni, infatti , i destinatari di comunicati e dichiarazioni erano sostanzialmente solo i professionisti del settore, mentre il grande pubblico rimaneva ai margini con effetti anche sulle aspettative (ne abbiamo parlato qui).
Le cose sono decisamente cambiate con la diffusione del web e l’avvento dei social network, elementi che hanno portato le banche centrali ad esplorare con più decisione la strada della comunicazione diretta con famiglie ed imprese. Proprio sui social si concentra lo studio che vi stiamo raccontando, ed in particolare su Twitter. L’uccellino blu, infatti, risulta essere il canale social più utilizzato dagli istituti centrali del G20, con alcune banche particolarmente attive. E’ il caso della banca centrale indonesiana che dal 2010 ad oggi ha pubblicato ben 40 mila tweet, ottenendo anche un buon numero di repliche.
Nel complesso, raccontano Peia ed i suoi colleghi, il livello di coinvolgimento degli utenti rimane però piuttosto basso. Tolto il caso indonesiano la percentuale media di Tweet con risposta è del 2,5%, segnale che il canale di comunicazione appare ancora monodirezionale, come direbbero gli esperti del settore.
Le banche centrali utilizzano i social per comunicare su svariati argomenti, dai dati macro alle decisioni di politica monetaria, dalle notizie sulle nuove banconote fino ai resoconti di convegni. Ad attirare l’attenzione dell’utente medio, ci dice lo studio, è soprattutto l’argomento banconote e monete. I tweet incentrati su questo argomento hanno riscosso il maggior numero di iterazioni, superando di gran lunga i report macroeconomici.
Foto di Thomas Ulrich