Surriscaldamento climatico ed imprese. Un legame di lungo periodo

Una recente ricerca tutta italiana mostra come il surriscaldamento climatico incida sul ciclo di vita delle imprese, e questo ha importanti implicazioni sulla crescita di un paese nel lungo termine.

E’ un maggio decisamente caldo, ce ne stiamo accorgendo in questi giorni, proprio mentre molti esperti di meteorologia prospettano un’estate rovente. I cambiamenti climatici continuano ad avanzare accelerando il proprio passo e con essi cambia inesorabilmente anche il modo di produrre beni e servizi, un elemento che nel lungo periodo non potrà non modificare interi settori produttivi, probabilmente fino a cambiare traiettorie di crescita di interi paesi.

Abituati a guardare le cose nel suo complesso, ci si accorge che spesso, invece, sono i piccoli cambiamenti a dare il segno di quanto profonda sia la sfida che ci troviamo ad affrontare. Un esempio interessante arriva da una ricerca tutta italiana. Michele Cascarano, Filippo Natoli e Andrea Petrella, economisti della Banca d’Italia, hanno indagato sulla relazione tra aumento delle temperature e ciclo di vita delle imprese, vale a dire come il surriscaldamento climatico incida sulla nascita e sulla cessazione delle imprese. I tre ricercatori hanno analizzato i dati relativi a due milioni di imprese italiane dal 2005 al 2019, confrontandoli con uno dei principali indicatori di surriscaldamento: il numero di giorni all’anno con una temperatura massima superiore ai 30 gradi centigradi.

I risultato sono molto interessanti e, pur nella ristrettezza del campione, suggeriscono alcune importanti considerazioni sulle dinamiche del settore produttivo nel lungo periodo. Quali sono i risultati? Soprattutto considerando la zona costiera, quella più calda, la ricerca registra una relazione negativa tra aumento della temperatura e nascita di nuove realtà imprenditoriali; allo stesso tempo, anche se con minore intensità, il surriscaldamento climatico aumenta anche il numero di cessazioni di attività d’impresa. A farne le spese in maniera più consistente sono soprattutto le piccole imprese, e questo per la loro minor capacità, finanziaria ed organizzative, di adattare la struttura produttiva alle nuove condizioni.

Le considerazione che derivano da questo studio sono importanti. Cambiare la composizione del tessuto produttivo di un paese, che è il possibile effetto di lungo periodo del surriscaldamento climatico, significa modificarne le traiettorie di crescita nel lungo termine. Un paese come l’Italia, che trae gran parte della propria linfa vitale da imprese di piccole dimensioni, stando ai risultati di questa ricerca, rischia di essere travolto dal rialzo delle temperature causato dai cambiamenti climatici. Non tutto è perduto, naturalmente. E se lo sforzo per ridurre le emissioni dannose rimane la via maestra, la politica fiscale ha un compito non meno rilevante: dare alle imprese, specie le più piccole, il sostegno necerrario per far fronte al cambiamento e riuscire a sopravvivere.

Foto di Gerd Altmann

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