Un recente studio mostra come cambiare la frequenza dei versamenti possa rendere un piano di risparmio appetibile per un numero maggiore di investitori.
Abbiamo visto un paio di settimane fa che una delle caratteristiche fondamentali di un investitore sia la costanza. Oggi vediamo come programmare un piano di risparmio con il giusto timing aiuti un risparmiatore ad essere costante nel proprio obiettivo di investimento.
Raggiungere un obiettivo di vita passa non solo attraverso la giusta selezione degli strumenti finanziari, ma anche attraverso la capacità di pianificare e mantenere nel tempo un piano di risparmio che possa alimentare l’investimento. La costanza è fondamentale in questa fase.
L’esempio più esplicativo è sicuramente quello di un piano di previdenza integrativa. Qui abbiamo tutti gli ingredienti: l’obiettivo di vita, vale a dire crearsi un gruzzolo per sostenere il reddito in età di pensione; e il piano di risparmio, vale a dire la tabella di marcia secondo la quale aggiungiamo quote di risparmio al portafoglio finanziario.
Una delle cose più difficili è rimanere fedeli al piano di risparmio, essere costanti nei versamenti. Come si può fare per migliorare questo aspetto? Ci viene in aiuto un recente studio di Hal Hershfield, Stephen Shu e Shlomo Benartzi. La ricerca, dal titolo Temporal Reframing and Participation in a Savings Program: A Field Experiment, sostiene che rimodulando la frequenza dei versamenti si possono ottenere vantaggi sia in termini di costanza, sia in termini di partecipazione ad un piano di risparmio.
Il concetto, che ha molto a che fare con la psicologia del risparmiatore, è piuttosto semplice: ad un investitore non è la stessa cosa dire che deve risparmiare 150 euro al mese o che deve risparmiare 5 euro al giorno. Il discorso vale anche in termini inversi. Per un meccanismo psicologico che crea una sorta di “illusione di ricchezza” preventivare un montante pensionistico di 100 mila euro al momento della pensione è molto più incoraggiante dell’assicurare una rendita mensile di 500 euro.
Nell’esperimento condotto da Hershfield e colleghi si dimostra che modificando la frequenza di contribuzione ad un piano pensionistico, passando da 150 dollari/mese a 5 dollari/giorno, il numero di aderenti quadruplica. Non solo, utilizzando questa frequenza si riduce, sino ad eliminarla, la differenza fra tasso di partecipazione al piano dei soggetti ad alto reddito e quello dei soggetti a basso reddito.
Modificare la frequenza di un piano di risparmio può quindi portare l’investitore ad essere più propenso ad accettarlo e seguirlo nel tempo. Alla fine si tratta di un trucco, un piccolo inganno a fin di bene che facciamo alla nostra mente per ridurre l’ansia da risparmio. Perchè una piccola cifra ci sembra molto più gestibile di una a due zeri, anzi secondo la menthal math ci sembra addirittura di dover risparmiare di meno.
Tutto è utile per aumentare la costanza, specie per un obiettivo sempre meno eludibile come la previdenza integrativa.
Foto di mnplatypus