Dai sondaggi PMI di febbraio ancora luci ed ombre per il settore privato, con i servizi che continuano a sostenere la crescita e la manifattura che frena nuovamente. Preoccupano i segnali di pressione sui prezzi. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Sondaggi PMI febbraio, bene settore servizi ma torna a peggiorare la manifattura. Volendo riassumere in una frase i dati preliminari dei sondaggi PMI di febbraio potremmo dire che il settore privato rimane a galla grazie al settore dei servizi. Infatti, se quest’ultimo migliora in molte delle grandi economie mondiale, il settore manifatturiero torna a peggiorare. Vediamo le principali aree geografiche.
Australia. Il settore privato australiano torna in zona espansione dopo cinque mesi, il PMI composite sale a 51.8 registrando la miglior variazione mensile dall’aprile dell’anno scorso. Porte girevoli per manifattura e servizi: la prima torna in zona contrazione, mentre la seconda riaccelera e sale in zona espansione. Il sondaggio segnala un aumento della pressione sui prezzi, sia su quelli di produzione, sia su quelli di vendita. L’ottimismo degli operatori scende ai minimi da tre mesi a questa parte.
Giappone. Anche a febbraio il settore privato giapponese si conferma in zona espansione ma il ritmo della crescita rallenta. Il PMI composite si ferma a 50.3, oltre un punto in meno rispetto al mese precedente. Segnali negativi sia dal settore servizi (in rallentamento anche se ancora oltre la soglia dei 50 punti), sia dalla manifattura. Per quest’ultima il sondaggio registra il peggior calo da oltre tre anni. Frenano le esportazioni mentre sul fronte dell’occupazione è il settore servizi a fa registrare numeri positivi. La manifattura registra un calo di occupati come non si vedeva da tre anni a questa parte. Segnali di rallentamento per quel che riguarda i prezzi, mentre il morale degli operatori scende ai minimi da gennaio dell’anno scorso.
Eurozona. Per il settore privato dell’Eurozona altro mese, il 9° consecutivo, in zona contrazione, anche se il PMI composite recupera ancora e sale a 48.9 punti, miglior risultato dal giugno dello scorso anno. Il nuovo cedimento della manifattura tedesca viene parzialmente controbilanciato dal buon stato di salute del settore servizi. La nota più preoccupante arriva sul fronte dei prezzi. Qui il sondaggio registra un ulteriore aumento della pressione inflazionistica sia lato produzione che lato vendita (siamo sui massimi da maggio dell’anno scorso). Le aspettative di una riduzione dei tassi di interesse migliorano il morale degli operatori che sale ai massimi dall’aprile dell’anno scorso.
Gran Bretagna. Migliora a febbraio il PMI composite inglese che sale a 53.3, oltre le attese e sui massimi dal maggio dell’anno scorso. Il tutto grazie all’ottima performance del settore servizi il cui PMI si conferma sui massimi a otto mesi. 12° mese consecutivo di zona contrazione, invece, per la manifattura anche se il ritmo della discesa è il più lento dal novembre dell’anno scorso. Pochi ordini e produzione in calo a causa delle avverse condizioni del mercato. Sul fronte dei prezzi ancora segnali di surriscaldamento, con quelli di produzione che salgono ai massimi dell’aprile scorso soprattutto a causa degli aumenti salariali. Migliora la fiducia degli operatori.
USA, indice CFNAI di gennaio. L’indice dell’attività economica nell’area di Chicago torna in territorio negativo nel mese di gennaio. L’indice elaborato dalla FED scende a -0.3 punti con due componenti su quattro che virano in negativo (consumi e ordinativi) ed una, la produzione, che peggiora ulteriormente rispetto al mese precedente. Stabile la componente relativa all’occupazione. Il Diffusion Index rimane in territorio positivo (+0.03) e ben al di sopra della soglia dei -0.35 punti, spartiacque tra espansione e recessione.
USA, mercato del lavoro. Ancora stabilità sul fronte dei sussidi di disoccupazione. La scorsa settimana le nuove richieste sono state 201mila, minimo da metà gennaio e sotto alle attese del mercato. In calo anche i sussidi continuativi che si fermano sui minimi da inizio gennaio. Numeri che continuano a segnalare un mercato del lavoro in ottima salute.
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