BCE, governatori in modalità “prudenza”

Governatori in modalità “prudenza” provano a spingere un po’ più in là il momento in cui la BCE inizierà ad abbassare i tassi di interesse.

Continua il profluvio di dichiarazioni da parte dei vari governatori sull’opportunità e sulle tempistiche di un eventuale taglio dei tassi da parte dell’istituto centrale europeo. Se la governatrice Christine Lagarde si è limitata a ricordare che ogni decisione sarà guidata dai dati macro che arriveranno nei prossimi mesi, qualche membro del board si è spinto un po’ oltre.

Ultime in ordine di tempo sono le dichiarazioni di Martins Kazaks (Lettonia). Intervistato da Latvijas Radio il governatore ha etichettato come troppo ottimistiche le previsioni di un taglio dei tassi tra marzo e aprile. Agire troppo presto, sostiene Kazaks, significherebbe esporre l’economia del blocco ad un nuovo potenziale ritorno dell’inflazione. La preoccupazione maggiore sembra essere legata alle vicende geopolitiche, dal Mar Rosso all’Ucraina, ed alle loro possibili interferenze con l’andamento dei prezzi nei prossimi mesi. Un ritorno al target del 2% è fuori portata per quest’anno ma se non ci saranno shock particolari, sostiene Kazaks, l’estate potrebbe essere il momento opportuno per agire.

La linea della prudenza è sposata anche dal capo economista della BCE, Philip Lane, che ha recentemento ricordato la necessità di “sdoppiare” lo sguardo. Se nel breve termine il trend disinflattivo sta procedendo con tempi più veloci rispetto alle aspettative, nel medio termine sussistono elementi di incertezza tali da non abbandonarsi a facili ottimismi.

Isabel Schnabel, intervistata dal Financial Times, ha elencato quali siano questi elementi: inflazione del settore dei servizi ancora forte, lo stato di estrema salute del mercato del lavoro (leggasi salari), le tensioni geopolitiche ed un mercato del credito meno brillante. Pierre Wunsch (Belgio) suggerisce di concentrare l’attenzione sul mercato del lavoro, ed in particolare sull’andamento dei salari che al momento stanno crescendo a ritmi non compatibili con il target del 2%. Ma Wunsch aggiunge un particolare interessante: ad un certo momento, con più dati ma ancora con tanti dubbi, occorrerà comunque prendere una decisione.

Non poteva, infine, mancare l’opinione di un super falco come Robert Holzmann. Intervistato da FAZ il governatore austriaco ha sostenuto che un taglio dei tassi entro il 2024, data la persistenza delle spinte inflazionistiche, non è da considerarsi una certezza.

La (giustificata) telenovela continua…

Foto di svklimkin

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