Nel board della BCE i governatori favorevoli ad un taglio dei tassi sono al momento in minoranza e le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da alcuni esponenti certificano l’ordine sparso.
Se dovessimo dar retta all’andamento dei mercati, l’appuntamento con il primo taglio dei tassi di interesse da parte della BCE dovrebbe essere per il mese di giugno. Uno slittamento in avanti, visto che fino a qualche settimana fa l’andamento dei derivati suggeriva aprile come data più probabile. Le dichiarazioni che sono arrivate in questi giorni da alcuni rappresentanti della BCE non aiutano a capirne di più sulle tempistiche, ma sembrano convergere su un punto: un taglio dei tassi nel 2024 sembra oramai nelle carte.
Ne è convito, ad esempio, il governatore della Banca di Francia. Per Francois Villeroy de Galhau, pur con la prudenza necessaria in questi casi, è indiscutibile l’effetto della politica monetaria restrittiva sull’inflazione negli ultimi 12 mesi. Per questo – ha dichiarato Villeroy a Bloomberg Television – la prossima mossa della BCE sarà un taglio ma dire ora quando questo avverrà è prematuro.
Il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, mette le mani avanti e sottolinea come tutto dipenderà dall’andamento di prezzi e salari. E visto che i dati più rilevanti sull’andamento dei salari arriveranno verso maggio-giugno, il governatore della BuBa sposta a dopo la pausa estiva un eventuale primo taglio dei tassi.
Ancora più restio a facili entusiami il governatore Robert Holzmann. Per il capo della banca centrale austriaca anche la sola ipotesi di un ribasso dei tassi nel 2024 va trattata con molta prudenza. Non solo non vi è certezza di aver riportato l’inflazione su livelli di sostenibilità, ma gli eventi geopolitici di questi mesi rappresentano un’ulteriore variabile con cui la BCE avrà a che fare nel corso dell’anno.
Nel board della BCE i “falchi” alla Holzmann sembrano al momento avere la maggioranza e l’unica cosa certa è che nella prossima riunione – la prima del 2024 – la governatrice Christine Lagarde non farà altro che confermare i tassi al 4% e ribadire la necessità di adattare le risposte dell’istituto ai dati macro che arriveranno nei prossimi mesi.
Foto di Bruno