I rischi per la supply chain nel 2024: clima e geopolitica al top

Secondo il report di Everstream Analytics i principali rischi per la supply chain nel 2024 sono rappresentati dagli eventi climatici estremi e dalle tensioni geopolitiche.

Nelle ultime settimane il tema della supply chain è tornato prepotentemente di attualità, complici i preoccupanti avvenimenti nel Mar Rosso ed in generale nel quadrante mediorientale. Ecco allora che il consueto appuntamento annuo con l’outlook sui rischi della catena di approvvigionamento globale, elaborato da Everstream Analytics, risulta per il 2024 ancora più interessante.

Il 2023 ha rappresentato per molti aspetti una sorta di ritorno alla normalità per la supply chain globale dopo le vicissitudini collegate alla pandemia di Covid-19. Tuttavia il mese di dicembre ci ha lasciato in eredità una complicata situazione in uno degli snodi cruciali nel traffico di merci internazionale, il Mar Rosso. Cosa attenderci, quindi, nell’anno appena iniziato? Quali sono i grandi rischi che minacciano la catena di approvvigionamento globale e con essa la stabilità dei prezzi e le potenzialità di crescita delle economie mondiali?

A tentare di rispondere a queste domande ci pensa il report curato da Everstream Analytics e pubblicato la scorsa settimana. Per la società di ricerca statunitense il principale rischio per la supply chain globale è rappresentato dai cambiamenti climatici. La situazione relativa al canale di Panama che vi abbiamo raccontato settimana scorsa è la punta dell’iceberg di un problema ben più vasto. Basti pensare che gli USA hanno sperimentato nel 2023 un evento atmosferico catastrofico con danni milionari ogni tre settimane. Nel 1980 la media era di uno ogni 4 mesi. Si tratta di un trend in evidente accelerazione, sul quale va aggiunta la variabile rappresentata dall’innalzamento delle temperature delle acque oceaniche su livelli record.

Il secondo grande rischio per la supply chain globale è rappresentato dalle tensioni geopolitiche. Mentre l’attenzione di tutto il mondo è rivolta al medioriente ed al Mar Rosso in particolare (da novembre la capacità di trasporto merci nel canale di Suez è scesa al 12.7% di quella normale, ricorda il report), Everstream Analytics sottolinea come il punto caldo per il 2024 potrebbe essere Taiwan, anche e soprattutto per la centralità che la produzione di microchip ha assunto nella catena di approvvigionamento.

Se questi sono i rischi in evidenza, la situazione nel complesso rimane delicata anche sotto altri aspetti, primo fra tutti quello della sicurezza informatica. Qui il report ci ricorda che il numero di attacchi informatici ha toccato nel 2023 il massimo a cinque anni e che il trend non è certo in decelerazione. Fornitori e logistica dovranno contrastare con sempre maggior frequenza questo tipo di attacchi nei prossimi anni.

Anche sul fronte delle materie prime esistono incertezze in grado di ridurre la capacità di offerta. Eventi climatici estremi possono ridurre la produzione di materie prime alimentari come il grano, il caffè e molti altri. Di fronte a produzioni scarse i grandi paesi produttori potrebbero, come già fatto dall’India qualche tempo fa, mettere limitazioni alle esportazioni con le conseguenze facilmente intuibili su quantità in offerta e prezzi.

Il report di Everstream Analytics cita tra i rischi per la supply chain nel 2024 anche le pratiche protezionistiche e le guerre commerciali, fredde o calde che siano. In particolare potrebbe pesare l’irrigidimento rispetto alle importazioni dalla Cina, soprattutto per quelle imprese e quei settori che non hanno ancora trovato valide alternative di approvvigionamento. Anche un’accelerazione nella messa a terra di regolamentazioni green più stringenti potrebbe mettere in difficoltà la grande catena di approvvigionamento locale, colpendo non solo i settori più inquinanti ma anche i contesti più virtuosi.

Foto di Patrick Baum

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