Quel rapporto tra valore delle azioni ed emissioni inquinanti

Esiste un rapporto tra il valore delle azioni di una società e le sue emissioni di anidride carbonica? Si tratta di una domanda che gli economisti si pongono da diversi anni e che diventa cruciale nel momento in cui c’è la necessità di dirottare più investimenti possibili verso settori sostenibili e società virtuose.

In un lavoro del 2012, Laura M. Argento, Dean Katselas, e Michael R. Ward si chiedevano se esistesse un legame tra le performance azionarie e la condotta ambientale delle società australiane. I risultati dello studio indicavano l’esistenza di una relazione positiva tra la performance ambientale delle aziende (emissioni dannose in primis) e le performance delle loro azioni in borsa. Ciò significa che le aziende con una migliore performance ambientale tendono ad avere rendimenti delle azioni superiori rispetto alle aziende con una performance ambientale inferiore. E questo perchè la performance ambientale può essere considerata un indicatore di gestione aziendale responsabile e di qualità, ma anche un ottimo sistema di riduzione dei costi.

Nils Kok e Matthew E. Kahn, nel loro “Environmental Performance and the Cost of Capital: Evidence from Commercial Mortgages and Asset-Backed Securities” (2013) hanno preso in considerazione il legame tra la performance ambientale delle aziende e i costi di finanziamento immobiliare, trovando una relazione positiva tra la performance ambientale e la qualità creditizia. Il che significa costi di finanziamento inferiori per le aziende con una migliore performance ambientale.

Sempre sul fronte dei costi si concentra l’analisi di Martina Hengge, Ugo Panizza e Richard Varghes nel loro recente Carbon Policy Surprises and Stock Returns: Signals from Financial Markets, pubblicato dal CEPR. In particolare i tre autori si sono focalizzati sul costo derivante dalla presenza di una regolamentazione penalizzante per le aziende “carbon-intensive”. Lo studio mostra come la presenza di queste regolamentazione, attraverso un aumento diretto dei costi ed indiretto del cosiddetto “transition risk”, influisca in maniera negativa sul valore di mercato delle aziende più inquinanti e possa quindi rappresentare un’arma a disposizione del legislatore per indirizzare l’economia verso un modello di sviluppo più sostenibile.

Foto di catazul

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