Pratiche di greenwashing, le autorità di vigilanza cominciano a sanzionare

Le pratiche di greenwashing sono un ostacolo alla transizione energetica e le autorità di vigilanza stanno aggiornando i loro regolamenti per ridurre questo fenomeno. Ed arrivano le prime sanzioni.

Uno dei punti fondamentali per far si che la transizione energetica possa contare su un consistente flusso di capitali privati è quello di contrastare e ridurre al minimo le pratiche di greenwashing, vale a dire tutto quell’insieme di operazioni finanziarie e progetti d’investimento che di sostenibile hanno solamente la copertina.

E’ un punto importante non solo perchè si distraggono risorse dalle aree di intervento che più ne necessiterebbero. Ma, forse il danno peggiore, si mina la credibilità della finanza sostenibile agli occhi degli investitori, con i rischi di lungo periodo che è facile immaginare.

Lotta al greenwashing, quindi. Ma come stanno andando le cose? Se ancora non si può parlare di picco raggiunto per il fenomeno, quantomeno si iniziano a vedere segnali di un maggior controllo da parte delle autorità di vigilanza; ed anche qualche prima procedura sanzionatoria.

A raccogliere questi indizi ci ha pensato recentemente Manuela Andreoni per il New York Times. Il suo racconto è molto interessante. Passato un po’ sotto traccia, lo scorso novembre la banca statunitense Goldman Sachs ha chiuso una vertenza con la SEC, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari statunitensi, con un esborso di 4 milioni di dollari. L’accusa mossa a Goldman era di aver effettuato valutazioni non corrette sulla sostenibilità di alcuni prodotti di investimento. La banca dal canto suo ha sempre respinto ogni accusa, ma ha preferito definire in fretta la questione “transando” per la cifra appena ricordata.

Un altro caso di sanzione applicata per sospetto greenwashing, racconta Andreoni, arriva dall’Australia. Qui la Black Mountain Energy, una società del settore energia, si è vista comminare una multa da 30 mila dollari australiani per aver pubblicizzato un progetto sul gas naturale come a zero emissioni quando non lo era.

Le autorità di vigilanza stanno iniziando a prendere dimestichezza con la materia, aggiornando anche il set di regole che sta alla base delle loro decisioni. Da quelli della SEC a quelli dell’Advertising Standards Authority britannica, nei mesi scorsi sono stati tanti gli annunci di aggiornamenti dei regolamenti in materia di ESG. Interventi che hanno lo scopo di rendere sempre più precise e circostanziate espressioni quali “green” e “low carbon”, riducendo i margini per appiccicare a qualsiasi cosa un’etichetta di sostenibilità a puro scopo di marketing.

Foto di barnabasvormwald

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