BCE, nuovo rialzo dei tassi e QT da marzo 2023

La BCE procede ad un nuovo rialzo dei tassi e conferma l’inizio del QT dalla prossima primavera. Rialzo dei tassi anche per la BoE che vede inflazione persistente per il 2023. Brutti dati da vendite al dettaglio e produzione industriale negli USA. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina, economia continua la sua fase di debolezza. Ancora dati che denotano una fase di debolezza per l’economia cinese. Nel mese di novembre la produzione industriale è cresciuta solo del 2.2% su base annua, quasi tre punti in meno del mese precedente e distante dalle attese (+3.6%). Si tratta del dato più basso dal maggio scorso. Dati non positivi anche per quel che riguarda le vendite al dettaglio. Nel mese di novembre il rallentamento si è fatto più accentuato: -5.9% su base annua contro il -0.5% del mese precedente, peggio delle attese fissate a -3.6%. Si tratta della peggior variazione dal maggio scorso. Infine dati in peggioramento anche per il mercato del lavoro: a novembre la disoccupazione sale di due decimi al 5.7%, sopra il target governativo. La disoccupazione giovanile tocca il 17%, mentre scendono anche le ore lavorate a settimana.

Gran Bretagna banca centrale alza i tassi di 50 punti base. Come da attese la banca centrale inglese prosegue con i rialzi dei tassi. L’ultima riunione del 2022 decide per un aumento di 50 punti base del riferimento, ora al 3.5%, portandolo ai livelli più alti dal 2008. Durante la discussione due membri del board hanno sostenuto la necessità di mettere in pausa il rialzo, mentre un membro avrebbe preferito un rialzo di 75 punti base. L’inflazione rimane molto elevata anche se, commenta il board, il picco dovrebbe essere stato raggiunto. La persistenza dell’inflazione su livelli elevati sarà la chiave di lettura delle prossime decisioni della banca.

BCE, nuovo rialzo dei tassi e QT da marzo 2023. Anche la BCE procede ad un nuovo rialzo dei tassi. Come da attese il riferimento viene portato al 2.5% mentre il tasso sui depositi sale al 2%. Il board conferma che stante la persistenza dell’inflazione nuovi rialzi saranno necessari. Proprio sul fronte inflazione le nuove stime sembrano propendere per un ritorno al target non prima di un triennio. Il 2022 dovrebbe chiudersi con un +8.4% mentre nel 2023 l’inflazione dovrebbe sostare sopra il 6%. Numeri penalizzanti per la crescita, con la BCE che prevede due trimestri di contrazione, con un PIL che nel 2023 dovrebbe far segnare un magrissimo +0.5% (e crescita debole è prevista anche per i due anni successivi). La BCE ha elencato i primi dettagli del QT: il progressivo alleggerimento di titoli di stato acquistati con il programma APP partirà dal secondo trimestre del 2023 con un ritmo da 15 miliardi di euro al mese.

USA, vendite al dettaglio nel mese di novembre. Le vendite al dettaglio nel mese di novembre fanno registrare una brusca frenata e lanciano l’allarme per la tenuta della crescita USA. Su base mensile la variazione è stata del -0.6%, ben oltre le attese del mercato e peggior risultato dal dicembre dell’anno scorso. Eliminando le spese per i carburanti e per le auto la variazione è del -0.2%. Considerando che il dato non è aggiustato per l’inflazione si può ipotizzare un calo dei volumi di vendita decisamente molto importante e forse il primo segnale di cedimento della domanda interna statunitense.

USA, produzione industriale nel mese di novembre. Secondo mese di calo consecutivo per la produzione industriale statunitense. Nel mese di novembre la variazione mensile è stata di -0.2%, un decimo peggio delle attese. In calo sia la produzione di beni durevoli che di quelli non durevoli.

USA, mercato del lavoro. Ancora numeri stazionari per quel che riguarda le richieste di sussidi di disoccupazione negli USA. La settimana scorsa le nuove richieste sono state 211mila, con la media a 4 settimane che rimane attorno ai 230 mila. In rialzo, marginale, il numero dei sussidi continuativi che raggiunge quota 1.671 milioni.

USA, Philly Fed per il mese di dicembre. Quarta lettura con il segno meno consecutiva per il Philly Fed che si ferma a -13.8, sei punti meglio di novembre ma quasi quattro peggio delle attese. Se la maggioranza delle imprese intervistate vede la situazione stabile ed ha aspettative di crescita per i prossimi sei mesi, il sondaggio registra un brusco calo dei nuovi ordini e delle spedizioni (per entrambi minimi da aprile 2020). Scende per la prima volta in territorio negativo dal giugno del 2020 la componente occupazione. Buone notizie sul fronte degli investimenti, con la componente capex che registra il valore più alto da agosto scorso.

Foto di mailgk1

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