Arriva il primo orange bond. La sostenibilità passa dalla parità di genere

Non solo green. Nel mondo degli investimenti ESG stanno arrivando i cosiddetti orange bond, uno schema di investimento obbligazionario destinato ad incentivare progetti per la riduzione del gender gap.

La Gender Equality è il tra i punti principali degli UN Sustainable Development Goals, la lista degli obiettivi di sostenibilità redatta dalle Nazioni Unite. Sappiamo quanto la parità di genere sia un argomento spinoso e spesso poco trattato quando si discute di sostenibilità. La crisi pandemica, lo abbiamo raccontato anche nel nostro blog, ha colpito in modo particolare le donne lavoratrici, mentre sul fronte dei salari la differenza tra uomini e donne rimane un vulnus inspiegabile con la logica. Ridurre la disparità uomo donna non è solo un sacrosanto obiettivo di equità sociale ma può rivelarsi una formidabile fonte di energia per la crescita economica del pianeta, come raccontano oramai moltissimi studi sull’argomento.

In questo quadro va vista positivamente l’iniziativa portata avanti da IIX Global assieme ad organizzazioni quali lo United Nations Capital Development Fund (UNCDF) e l’Australian Department of Foreign Affairs and Trade, oltre che ad altri importanti gestori globali quali Nuveen. Di cosa si tratta? Il progetto si chiama Orange Bond Initiative™ – arancione come il colore che contraddistingue l’obiettivo gender equality dell’ONU – e ha come scopo la raccolta di capitali per sostenere iniziative a favore della parità di genere. Tradotto in numeri l’obiettivo principale dell’iniziativa è di raccogliere almeno 10 miliardi di dollari entro il 2030 per sostenere il percorso di emancipazione di oltre 100 milioni di donne nel mondo.

Il progetto ha già raccolto più di 70 mila adesioni da tutto il mondo e può contare, a partire proprio da dicembre 2022, sulla prima emissione obbligazionaria, il primo orange bond della storia si potrebbe dire. Si tratta di un prestito obbligazionario da 50 milioni di dollari con scadenza nel 2026. L’obiettivo è utilizzare i fondi raccolti per sostenere l’educazione e l’autonomia di 300 mila donne e bambine in paesi come il Kenya, le Filippine, l’Indonesia, l’India e la Cambogia. Un progetto che affianca obiettivi green (accesso all’acqua, agricoltura sostenibile ed energia pulita) a target mirati verso la gender equality (accesso al mercato del credito, abitazioni).

Foto di StockSnap

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