Segnali misti dal dato sull’inflazione negli USA per il mese di febbraio, con l’indice generale che torna a salire e la componente core che per il secondo mese consecutivo supera le attese del mercato. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Gran Bretagna, sale tasso di disoccupazione a gennaio. Nel trimestre chiuso a gennaio scorso il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è salito al 3.9%, un decimo in più della rilevazione di dicembre e delle attese del mercato. Il numero di occupati è sceso di 21 mila unità contro attese di aumento di 10 mila unità. Sul fronte dei salari prosegue il trend di raffreddamento. La variazione annua di quelli esclusi i bonus scende al 6.1% dal 6.3% del periodo precedente, un decimo meglio delle attese. La crescita del salario reale rimane stabile all’1.8% su base annua. Infine, nel mese di febbraio, sono aumentate le richieste di sussidi di disoccupazione, ma meno delle attese del mercato: +16.8 mila contro i +3.1 mila di gennaio.
Brasile, inflazione tocca il minimo a sette mesi in febbraio. Nel mese di febbraio l’inflazione brasiliana è scesa al 4.5%, si tratta della variazione più bassa da sette mesi a questa parte. Su base mensile un forte incremente delle spese per l’istruzione fa registrare una variazione del +0.83%, sopra alle attese.
USA, inflazione torna a salire nel mese di febbraio. Nel mese di febbraio l’inflazione negli USA torna a salire. In particolare i dati dell’inflazione core sono superiori alle attese del mercato. L’indice core sale dello 0.4% su base mensile conto lo 0.3% delle attese, spinto soprattutto dai rincari di auto usate, biglietti aerei e abbigliamento. Su base annua l’indice dell’inflazione di fondo rallenta al 3.8% dal 3.9% del mese precedente, un decimo sopra le attese. Da registrare un rallentamento della crescita dei costi di abitazione, che passa dal 6% di gennaio al 5.7% di febbraio. L’indice generale registra un +3.2% su base annua, un decimo in più del mese precedente e delle attese del mercato. Su base mensile la variazione è dello 0.4%, in linea con le attese ed un decimo oltre il rilevamento di gennaio. Si tratta di numeri che sottolineano la persistenza dell’inflazione nell’economia USA e che rafforzano l’idea che per un primo taglio dei tassi occorra attendere ancora qualche mese. Del resto se si guarda l’andamento della core cpi negli ultimi tre mesi, la prudenza diventa obbligatoria: su base annualizzata l’incremento è del 4.2%, massimo da giugno scorso.
Foto di Paweł Szymczuk