Secondo il sondaggio PMI Caixin di gennaio, in Cina il settore privato rimane in zona espansione anche se rallenta la crescita del settore servizi e permangono segnali deflazionistici. Questo ed altro nella prima K Briefing della settimana.
Sondaggi PMI, lettura finale di gennaio. Sostanzialmente confermate le stime flash per quel che riguarda i sondaggi PMI del mese di gennaio. Leggero miglioramento per il composite di Australia (ancora sotto 50), Giappone (51.5, massimo da settembre scorso) e Gran Bretagna (52.9, massimo dal maggio dello scorso anno). Invariata la lettura per l’Eurozona.
Cina, settore privato in espansione nel mese di gennaio. Il sondaggio Caixin PMI composite di gennaio scende di qualche decimo ma conferma la fase di espansione per il settore privato cinese (13° mese consecutivo). Rallenta il ritmo di espansione del settore dei servizi, mentre la manifattura registra il terzo mese consecutivo sopra quota 50. Se le esportazioni tornano a salire, la componente dei nuovi ordini registra il ritmo di crescita più basso da tre mesi a questa parte. Ancora forti segnali deflazionistici: i costi di produzione registrano il minor aumento da sette mesi a questa parte; i prezzi di vendita continuano a scendere. Sostanzialmente stabile la componente occupazione.
Eurozona, prezzi alla produzione in calo anche a dicembre. Secondo mese consecutivo con il segno meno per la variazione dell’indice PPI su base mensile. Dopo il -0.3% di novemre, a dicembre il calo è stato dello 0.8%, peggior risultato dal marzo dello scorso anno. Su base annua c’è l’ottavo mese consecutivo con il segno meno, peggior risultato dal settembre del 2023 a -10.6%; un decimo peggio delle attese del mercato.
USA, indice ISM servizi di gennaio. Migliora e batte le attese l’indice ISM servizi per il mese di gennaio. L’indicatore sale a 53.4 punti, oltre tre punti in più di dicembre e massimo a quattro mesi. Per il settore dei servizi statunitense altro mese in zona espansione con miglioramenti sul fronte dei nuovi ordini ma anche sul fronte occupazionale. Per quel che riguarda i prezzi torna a salire la pressione su quelli di vendita. Gli operatori si dicono ottimisti sull’andamento dei prossimi mesi e fiduciosi degli effetti di un potenziale taglio dei tassi di interesse da parte della FED.
Foto di Jeremy Zhu