Il rialzo dei tassi di interesse ha senza dubbio avuto effetti benefici sui bilanci degli istituti bancari, ma oltre ai segni più emergono importanti trasformazioni nel settore bancario. Li racconta l’ultimo Global Banking Annual Review di McKinsey.
Gli ultimi 18 mesi sono stati i migliori dal 2007 per il settore bancario. A ricordarcelo sono i numeri raccolti da McKinsey nel suo annuale Global Banking Review. Il volano di questa ripresa dei profitti è stato naturalmente il cambio di rotta della politica monetaria in gran parte delle economie mondiali. Il rialzo dei tassi si è così trasformato in un incremento dei profitti da 280 miliardi di dollari nel 2022; con un ROE atteso al 13% per il 2023, quattro punti sopra la media registrata dal 2010 ad oggi. Il rapporto tra ricavi e assets è salito al 2.8% nel 2022 e l’attesa per il 2023 è di un ulteriore incremento di un decimo. I profitti netti del settore sono tornati dal 2021 sopra il trilione di dollari e nel 2023 dovrebbero assestarsi attorno agli 1.4 trilioni.
Numeri importanti ma che nascondono una situazione per niente omogenea. McKinsey ci ricorda che in fatto di creazione di valore per gli azionisti solo tre tipologie di banche hanno ottenuto risultati positivi nel periodo 2017-2022: chi gestisce sistemi di pagamento, chi si occupa di Wealth Management e chi investe in infrastrutture e nei mercati. A bruciare valore sono state soprattutto le grandi banche sistemiche. Uno schema che si ripete osservando l’andamento dell’indicatore P/E (prezzo su utili per azione).
Anche dal punto di vista geografico le differenze sono significative, con gli istituti dell’area dell’Oceano Indiano che rappresentano oltre la metà delle Best Performing Banks identificate dal report sulla base di parametri quali il P/E ed il price to book.
Si tratta di elementi che descrivono anche e soprattutto una fase di cambiamento nei modelli di business del settore bancario. Le nuove tecnologie, una situazione macroeconomica mutata rispetto a qualche anno fa, regolamentazioni più stringenti ed il complesso tema della transizione ecologica sono tra le principali sfide che attendono gli istituti bancari nei prossimi anni. Sfide in grado di modificare sia la struttura dei ricavi che quella dei costi. Da un lato è già visibile uno slittamento dei ricavi dalle attività tradizionali (mutui, prestiti) a quelle cosiddette “off balance sheet” (fondi, fondi pensione, assets digitali, investimenti private). Dall’altro l’adozione di tecnologie che utilizzano l’AI potrebbero spingere la produttività di tre punti percentuali e portare ad una riduzione di costi tra i 200 e i 300 miliardi di dollari.
Illustrazione di Mohamed Hassan