Inflazione USA sale, ma attenti a quella relazione con il mercato degli affitti

Il dato di dicembre sull’inflazione USA va letto tenendo conto dell’andamento del mercato degli affitti e di come questo incida sui calcoli dell’indice CPI. Al netto della componente shelter, infatti, il rallentamento dell’inflazione rimane evidente.

Nel mese di dicembre l’inflazione negli USA ha registrato un inatteso rialzo, portando subito qualcuno a rimettere in dubbio velocità e tempistica del raffreddamento dei prezzi e delle conseguenti manovre da parte della FED. Ma mai come in questo frangente è opportuno osservare un po’ meglio il dato sui prezzi al consumo.

I numeri dicono che l’indice CPI è salito nel mese di dicembre dello 0.3% su base mensile e del 3.4% su base annua, rispettivamente due e tre decimi in più rispetto al rilevamento del mese precedente. Eliminando le componenti più volatili, energia e alimentari, la variazione annua si ferma al 3.9% dal 4% del mese precedente. Una variazione dell’indice generale più bassa rispetto a quella dell’indice core è il frutto di un calo ancora significativo, seppur in rallentamento, dei prezzi della componente energia e di una moderazione nell’aumento dei prezzi degli alimentari. Di contro, invece, a far salire il dato core sono stati soprattutto i costi per l’abitazione, le assicurazioni auto e le spese dentistiche.

In particolare l’attenzione va puntata sui costi di abitazione. Nel mese di dicembre questa componente ha continuato a salire ed è responsabile di più della metà del rialzo mensile. Da cosa dipende questo rialzo? Qui entra in gioco un particolare meccanismo di calcolo utilizzato dal Dipartimento del Lavoro per attribuire un costo al possesso di un immobile. In pratica, semplificando, il costo derivante dal possesso di un’abitazione è rappresentato dal potenziale canone di affitto che si andrebbe a pagare per quell’abitazione. E questo canone è calcolato in base all’andamento del mercato.

Stando ai dati diffusi nel terzo trimestre del 2023 i prezzi degli affitti erano saliti del 7.7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E la motivazione di questo rialzo è abbastanza intuitiva. La forte risalita dei tassi di interesse ha avuto come conseguenza un netto rialzo dei tassi applicati ai mutui, portando un numero sempre maggiore di potenziali compratori a guardarsi intorno e a considerare l’alternativa di un affitto. Con le rate dei mutui che crescevano ad un ritmo molto più elevato dei canoni di affitto, il mercato del renting ha cominciato a registrare un forte aumento della domanda e di conseguenza, dato lo stock limitato di abitazioni disponibili, anche dei prezzi.

In altre parole una parte del rialzo dei prezzi è diretta conseguenza della politica monetaria restrittiva, ma lo è perchè i costi di abitazione per i possessori di casa sono calcolati partendo dai prezzi del mercato degli affitti. Questa apparente contraddizione è stata già oggetto di studio da parte della FED. In un paper del 2019, Daniel Dias e João Duarte ci ricordano come esista una relazione tra tassi di interesse e canoni d’affitto. Ed in particolare come l’aumento dei tassi induca un aumento degli affitti e a un calo del numero di possessori di abitazione. I due autori notano ancora come una politica monetaria restrittiva, dedotta la componente relativa ai costi di abitazione, funzioni come calmante per i prezzi di tutti gli altri beni.

Tornando ai dati di dicembre, l’inflazione al netto dei costi di abitazione ha registrato un calo su base mensile dello 0.4% ed il tendenziale si ferma all’1.9%, sotto il target della FED. Il dato core al netto della componente “shelter” si ferma al 2.2% su base annua, -0.1% su base mensile.

In conclusione possiamo dire che nel rialzo di dicembre dell’inflazione USA conta molto la dinamica del mercato degli affitti e che al netto della componente relativa ai costi di abitazione, la politica monetaria restrittiva sta facendo al meglio il suo dovere. Per il momento, quindi, risulta piuttosto ardito parlare di riaccelerazione dell’inflazione o di errori di valutazione da parte della FED.

Illustrazione di Mohamed Hassan

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