Sondaggi PMI, a novembre qualche miglioramento ma situazione rimane delicata

La stima flash dei sondaggi PMI di novembre vede qualche miglioramento ma per molte economie la situazione rimane delicata. In generale si registra un rialzo della pressione sui prezzi. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Sondaggi PMI, qualche miglioramento ma situazione rimane delicata. Le stime fash dei sondaggi PMI di novembre segnalano qualche miglioramento nel settore privato ma il quadro rimane ancora in contrazione per le principali aree economiche mondiali. Vediamo qualche dettaglio.

Australia. Secondo mese consecutivo in zona contrazione per il settore privato australiano e minimo da agosto 2021 per il PMI Composite. Sotto quota cinquanta sia il settore della manifattura che quello dei servizi, con il primo che risente anche del calo della domanda internazionale. Il dato più interessante arriva dal fronte dei prezzi. La pressione inflazionistica cresce sia dal lato della produzione che da quello del consumo. Situazione, questa, che potrebbe portare la banca centrale ad ulteriori rialzi dei tassi nelle prossime riunioni.

Eurozona. Sondaggi PMI in miglioramento per l’Eurozona ma la situazione rimane ancora critica. Il PMI composite sale a 47.1 punti, oltre le attese ma al di sotto della soglia dei 50 punti per il sesto mese consecutivo. Miglioramenti vengono registrati sia per il settore della manifattura, sia per quello dei servizi ma entrambi rimangono comunque in zona contrazione. Sul fronte dei prezzi si segnala un rialzo su tutte le componenti (produzione e vendita), mentre la fiducia degli operatori si mantiene stabile con un moderato ottimismo sull’andamento degli affari nel prossimo anno.

Gran Bretagna. Il settore privato britannico torna in zona espansione nel mese di novembre, battendo le attese del mercato. A riportare il PMI composite sopra quota 50 è soprattutto il settore dei servizi (a sua volta tornato in zona espansione), mentre la manifattura migliora solo marginalmente e rimane in fase di contrazione. Anche in questo caso segnali di riaccelerazione arrivano dal fronte dei prezzi, con la componente relativa a quelli di vendita ai massimi da quattro mesi a questa parte.

SudAfrica, banca centrale lascia fermi i tassi di interesse. Tassi fermi all’8.25% per la banca centrale sudafricana. Il livello è ritenuto adeguato per continuare a contrastare l’inflazione che rimane su livelli elevati. In Turchia la banca centrale alza i tassi al 40%, oltre le attese del mercato, nel tentativo di raffreddare la fase di iperinflazione (a ottobre il tasso annuo era superiore al 61%).

Foto di fancycrave1

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