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Consumi e festività invernali, negli USA previsioni incerte

I dati relativi alle merci in arrivo nel principale porto commerciale degli USA sembrano indicare una bassa probabilità di sussulti per i consumi nel periodo delle festività invernali.

Ci stiamo avvicinando a passi svelti verso il periodo dell’anno più caldo per quel che riguarda i consumi. La stagione delle festività invernali, infatti, è da sempre considerata il momento più favorevole per gli acquisti e sul suo andamento molto spesso si fondano anche le aspettative sul futuro dell’economia di un paese. Questo è particolarmente vero per gli Stati Uniti, dove la domanda interna rappresenta la voce più importante del PIL, ma l’andamento dei consumi riveste una certa importanza anche al di qua dell’oceano.

Se normalmente questi dati sono importanti, lo diventano ancora di più in un quadro macroeconomico incerto come quello che stiamo vivendo. E allora, cosa dobbiamo aspettarci? I primi numeri su cui ragionare sembrano raccontarci una situazione non molto lusinghiera.

Prendiamo gli USA che, come detto, ripongono nella capacità di risposta della domanda interna gran parte delle speranze di crescita economica del paese. Lunedì scorso il direttore esecutivo del porto di Los Angeles, Gene Seroka, ha presentato il bilancio dello scorso mese di settembre. Da un lato si è registrato un aumento dei beni in arrivo del 14% su base annua, movimento sostenuto soprattutto dalla domanda dei consumatori finali. Allargando l’orizzonte, però, il 2023 continua ad essere un anno di sofferenza. Nei primi 9 mesi, infatti, la quantità di container gestiti dal porto californiano è scesa del 19% rispetto allo stesso periodo del 2022 e si colloca 12 punti percentuali sotto la media a 5 anni.

Un settembre in crescita potrebbe però rappresentare una svolta per l’ultimo trimestre? Secondo Matthew Shay, CEO della National Retail Federation, non sarà così. Per Shay, infatti, il picco potrebbe già essere alle spalle, con operatori e consumatori che stanno anticipando di molto gli acquisti natalizi. Da un lato il settore retail, memore delle difficoltà in periodo di pandemia, ha provveduto a riempire i magazzini in tempi non sospetti; dall’altro lato un’inflazione ancora molto forte spinge i consumatori ad anticipare futuri rincari.

Se le previsioni di Shay sono corrette, allora non dovremmo attenderci grosse soprese dai dati sui consumi negli USA per i mesi che ci separano dal nuovo anno, ed in particolare per il periodo delle festività invernali. Dal punto di vista dei mercati finanziari, questo è altro materiale che non depone a favore di un possibile rialzo di fine anno.

Foto di Tobias Wahlqvist

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