Gli effetti collaterali delle sanzioni economiche

Uno studio prova a capire quali siano gli effetti collaterali di un sempre più massiccio utilizzo delle sanzioni economiche nel gestire le controversie internazionali.

All’inizio degli anni 60 il 4% dei paesi sparsi per il globo era colpito da sanzioni economiche decise da USA, Europa o dalle Nazioni Unite. A distanza di 60 anni questa percentuale è salita al 27%, e considerando che i paesi colpiti da sanzioni producono circa il 30% del PIL mondiale, la conclusione è che un terzo dell’economia mondiale è oggetto di sanzioni da parte dei paesi occidentali o dell’ONU.

Questi numeri sono contenuti nel recente studio condotto da Francisco J. Rodriguez dal titolo “The human consequences of economic sanctions“, pubblicato dal CEPR, e sono il punto di partenza per una riflessione più ampia su cosa significhino le sanzioni economiche per i cittadini dei paesi colpiti, quali siano i loro effetti collaterali e quanto siano sostenibili nel lungo termine.

Il dato di fatto, incontestabile, è che il ricorso alle sanzioni economiche piace sempre di più ai governi occidentali e non solo. Stando all’ultimo aggiornamento del Global Sanction Index di Refinitiv, nell’aprile del 2023 l’incremento annuo delle persone iscritte in qualche modo a liste sanzionatorie è salito al 25.4%, oltre 10 punti in più rispetto al riferimento del 2022. A livello globale, continua il report di Refinitiv, sono 600mila le persone sottoposte a sanzione, un incremento del 320% rispetto al gennaio del 2017. A guidare la classifica della sanction inflation, come la chiama la società di ricerca statunitense, è la Cina con una variazione annua del 43.5%, mentre una variazione annua nulla certifica il ruolo sempre più marginale dell’ONU nella gestione delle controversie internazionali (le sanzioni erogate dal palazzo di cristallo sono ora solo l’1.74% del totale).

Cosa significhino tutti questi numeri per gli abitanti dei paesi colpiti ce lo ricorda il citato lavoro di Francisco J. Rodriguez. Analizzando 32 studi sull’argomento, l’autore ha trovato importanti correlazioni tra l’applicazione delle sanzioni ed un calo degli standard di vita nei paesi colpiti. Al calo del PIL pro capite si aggiunge un aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali, una riduzione dei diritti civili e – in alcuni casi – un aumento della mortalità della popolazione.

Secondo l’economista venezuelano, inoltre, l’utilizzo massiccio di sanzioni sta facendo emergere una nuova tendenza: la nascita di una rete di commercio internazionale tra i paesi colpiti. E mentre l’obiettivo delle sanzioni è di isolare un paese sulla scena economica internazionale, l’applicazione di sanzioni ad un numero crescente di paesi – sempre più grandi ed economicamente rilevanti – crea il terreno per la nascita di nuove reti di scambio commerciale.

Foto di Pete Linforth

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