India, le alte temperature minacciano la produzione di grano

Con un mese di febbraio estremamente caldo, per l’India si ripresenta lo spauracchio di una primavera con temperature elevate, in grado di mettere a rischio la produzione di grano.

In queste settimane si parla molto di inflazione, della sua persistenza e della sua possibile traiettoria nei prossimi mesi. Certo conta molto il mercato del lavoro, le politiche monetarie, gli scenari geopolitici. Ma un’altra variabile, che influisce in maniera netta sull’andamento dei prezzi dei beni alimentari, rischia di far sentire tutti i suoi effetti nei prossimi mesi. Stiamo ovviamente parlando dei cambiamenti climatici, ed in particolare di due fenomeno collegati tra loro: siccità ed ondate di calore.

L’ultimo allarme arriva dall’India e si tratta di una replica di quanto già accaduto nel 2022. Stando ai dati dell’istituto meteorologico nazionale, il mese di febbraio che è appena terminato ha registrato, in media, le temperature massime più alte dal 1901, quasi due gradi centrigradi superiori alla norma del periodo. Facile intuire che questo surriscaldamento avrà conseguenze anche sul mese di marzo, un mese tutt’altro che banale per l’agricoltura indiana, ed in particolare per la coltivazione del grano.

Il rischio di una replica di quanto già accaduto nella primavera dello scorso anno è molto elevato. E per capirne le implicazioni basta ricordare che l’India è il secondo produttore mondiale di grano dietro alla Cina e che questa materia prima agricola rappresenta una risorsa per l’alimentazione del paese più popoloso al mondo, oltre che una voce sostanziosa delle esportazioni indiane. Secondo i calcoli effettuati dall’India Ratings and Research Pvt – raccolti dall’agenzia Bloomberg – la produzione di grano in India nel 2023 dovrebbe fermarsi a 107 milioni di tonnellate, ben al di sotto di quanto atteso dal ministero dell’agricoltura (112 milioni), in linea con quanto prodotto nella complicata stagione scorsa e sotto i livelli della stagione 2020-2021. Dal 2020 ad oggi il tasso di crescita della produzione annua di grano è passato dal +4.11% al -6% dell’anno scorso.

Sul fronte dei mercati finanziari la situazione raccontata dai prezzi dei contratti futures sembra completamente differente. Gli occhi sono puntanti sull’Ucraina e sulla possibile estensione dell’accordo con la Russia per le esportazioni di grano. Tra gli investitori c’è fiducia, tanto che il volume delle posizioni short sul mercato di Chicago ha raggiunto a gennaio il massimo a quattro anni.

Foto di minka2507

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