Dalla Titanium Economy nuova linfa per la manifattura USA

Aziende tecnologiche, con una gran capacità di adattamento e che puntano sulla ricerca e sulla formazione continua dei lavoratori. E’ il modello della Titanium Economy, e può dare nuova linfa alla manifattura USA.

Se chiedessimo ad un appassionato di tecnologia di citare i nomi di grandi aziende statunitensi del settore, molto probabilmente sentiremmo parlare di Apple, Microsoft, Intel. Molto meno probabile che tra i nomi citati appaiano quelli di Qorvo o di NXP Semiconductors. Eppure, la prima è l’unica azienda al mondo a produrre su larga scala componenti cruciali per gli smartphone, mentre NXP ha introdotto soluzioni innovative nella manifattura di precisione in grado di diffondere l’utilizzo del machine learning in quasi tutti i settori industriali.

Le due aziende appena menzionate fanno parte di un gruppo di realtà industriali statunitensi, più di 4000 nel complesso, che rappresentano quella che Gaurav Batra, Asutosh Padhi e Nick Santhanam (McKinsey) chiamano nel loro libro la Titanium Economy. Si tratta di un insieme di imprese del settore tecnologico caratterizzate da due qualità fondamentali: resilienza e indispensabilità. Una capacità di adattamento constante, costruita attraverso la ricerca e l’innovazione, si trasforma in soluzioni indispensabili per i prodotti che utilizziamo quotidianamente. Una ricetta all’apparenza poco rivoluzionaria ma che si basa su capisaldi in grado, sostengono gli autori, di cambiare il volto dell’intera manifattura statunitense: digitalizzazione dei processi produttivi, adattamento dinamico alle condizioni di mercato, un piano di ricerca e sviluppo programmato, un aggiornamento continuo dei propri lavoratori ed infine un focus determinante sulla sostenibilità.

Le aziende della Titaniun Economy non sono solo tecnologicamente all’avanguardia, ma sono anche economicamente molto profittevoli. Nell’ultimo decennio hanno portato a casa un rendimento sul capitale investito tra l’11% ed il 15%. La citata NXP stima una creazione di valore entro la metà degli anni 30 pari a 1 trilione di dollari.

Stando al lavoro di Batra e dei suoi colleghi, la diffusione del modello industriale rappresentato dalla Titaniun Economy a tutta la manifattura statunitense potrebbe aggiungere al PIL USA, entro il 2030, una ricchezza tra i 275 miliardi e i 460 miliardi di dollari, con 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro. La chiave sta tutta nell’innovazione e nella sostenibilità (ambientale ma anche sociale). Innovazione significa ricerca e ricerca significa formazione continua per i lavoratori (anche per i meno scolarizzati). Elementi che si trasformano in salari più alti e di conseguenza in consumi più elevati e, in circolo, ulteriori investimenti. Un ciclo virtuoso che gli economisti di McKinsey chiamano “The Great Amplification” e che nell’ultimo decennio ha già fatto vedere le sue potenzialità nello sviluppo economico di città quali Simpsonville (in South Carolina) o Blacksburg (in Virginia).

Insomma, quando si parla di tecnologia si finisce troppo presto per restringere il discorso a pochi nomi, che molto spesso basano i loro business su modelli che di innovativo hanno ben poco. E ci si dimentica, invece, di chi attraverso la tecnologia, la ricerca, la formazione e l’innovazione crea valore.

Illustrazione di KRITSADA JAIYEN

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