L’inflazione inizia a farsi sentire nelle tasche dei cittadini statunitensi

L’inflazione inizia a farsi sentire nelle tasche dei cittadini statunitensi ed ora più che mai il compito di mantenere sotto controllo le aspettative si fa cruciale per la FED. Due recenti sondaggi fotografano meglio di altro quanto accade nella vita quotidiana.

Il primo sondaggio è stato condotto da Clever Real Estate e contiene informazioni molto interessanti sul come le famiglie americane stiano interpretando questo periodo di rialzo dei prezzi. Per la maggioranza degli intervistati – un campione rappresentativo di 1000 cittadini adulti statunitensi – l’inflazione è tra i primi tre problemi che il paese sta affrontando; ed un 23% la mette sul gradino più alto del podio, prima del sistema sanitario e della criminalità. Per il 78% l’aumento dei prezzi è etichettabile con la parola crisi.

Altro dato molto interessante è la tendenza dei consumatori a sovrastimare l’inflazione. Effettuato nel mese di settembre, il sondaggio rivela che la maggioranza del campione (il 65%) riteneva che il livello di inflazione fosse in quel periodo al 9%, vale a dire ben sette decimi in più del dato ufficiale. Solo un quarto degli intervistati ha collocato la variazione annua dei prezzi al consumo tra l’8% ed il 9%.

Per il campione del sondaggio di Clever Real Estate, inoltre, il problema del carovita non sembra essere temporaneo. Un rotondo 40%, infatti, ritiene che l’inflazione non scenderà più da questi livelli.

Numeri che fanno capire come la percezione del fenomeno si stia lentamente trasformando e questo non può non avere ripercussioni sul modo di approcciarsi agli acquisti da parte dei cittadini statunitensi.

Un altro sondaggio, questa volta di Qualtrics International Inc, ci conferma l’entità del problema per i bilanci familiari. Per contrastare il carovita, il 38% del campione intervistato (1000 lavoratori a tempo pieno) dice di aver recentemente cercato un secondo lavoro ed un ulteriore 14% ha intenzione di cercarlo. Ed ancora più interessanti sono altri due dati: il 18% di lavoratori checambiato casa trasferendosi in una zona nella quale il costo della vita è più basso; ed un 13% pensa di trasferirsi nei prossimi mesi.

Foto di Steve Buissinne

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