Commercio internazionale, WTO vede una frenata nel 2023

C’è una buona ed una cattiva notizia nell’ultimo report della WTO sulla salute e le prospettive del commercio internazionale per il 2023. Il rallentamento previsto negli scambi di merce attorno al globo potrebbe togliere carburante all’inflazione, ma questo avverrebbe a scapito della crescita ed aumentando i rischi di una recessione globale.

Pochi giorni fa un membro del board della BCE ha ricordato che sarebbe sbagliato pensare che l’inflazione possa andarsene da sola. Intervenire sulla domanda – la conclusione del ragionamento – è necessario per riportare i prezzi su un percorso di sostenibilità. In altri termini è necessario sacrificare un po’ di crescita nel breve termine per salvaguardare le prospettive economiche di lungo termine.

E nel 2023 di crescita sembra ne verrà sacrificata un bel po’, come ci ricorda anche l’ultimo report della World Trade Organization sul commercio internazionale diffuso mercoledì scorso. Le ultime stime dell’organizzazione guidata da Ngozi Okonjo-Iweala prospettano per l’anno prossimo un calo vistoso degli scambi internazionali. Se il 2022 dovrebbe chiudersi con volumi di merci scambiate in crescita del 3.5%, cinque decimi in più rispetto alla stima precedente (ma meno della metà di quanto messo a referto nel 2021), la variazione per il 2023 è stata rivista al ribasso al +1% dal +3.4% precedente. Una riduzione significativa per una previsione che il report definisce comunque molto incerta a causa delle tante variabili che gravano sull’economia internazionale.

Del resto le avvisaglie ci sono già. Il Drewry World Container Index, un indice che misura i costi di spedizione sulle principali rotte internazionali e indirettamente la “salute” della domanda internazionale, è sceso a settembre del 61% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso: da 10mila dollari a 4mila dollari circa, con una variazione di 2mila dollari solo nelle ultime cinque settimane.

L’ondata di politica monetaria restrittiva a cui stiamo assistendo, che ha caratteristiche di globalità e rapidità che non si vedevano da decenni, rischia di pesare non poco sulla crescita di molti paesi. Portandone alcuni ad affrontare un periodo di recessione ed aumentando anche il rischio di una gelata globale. L’assenza di crescita non può non avere effetti sulle importazioni, da qui i numeri molto più contenuti stimati dal WTO per il 2023.

Ma l’organizzazione newyorkese avverte che l’evoluzione della guerra in Ucraina ed i rapporti tesi tra USA e Cina (il report parla di un sottostimato effetto decoupling tra le due potenze economiche) possono peggiorare il quadro già poco lusinghiero appena descritto.

La buona notizia è che di fronte a questa frenata degli scambi verrebbe meno anche una parte della benzina che sta spingendo l’inflazione. Magra soddisfazione, si potrebbe obiettare.

Foto di Thomas Ulrich

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