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Sistema finanziario importante per la transizione energetica, ma non da solo

Il sistema finanziario ha un ruolo di primo piano nella transizione energetica, ma non può sostituirsi alla politica. Se lasciato da solo aumentano i rischi di instabilità.

Indirizzare i flussi di capitale verso investimenti e pratiche “green” è il compito principale che spetta al sistema finanziario nel processo di transizione energetica. Un processo che dovrebbe portarci verso un sistema economico finalmente libero dai combustibili fossili. Ma pur essendo chiamato ad un compito estremamente importante, il sistema finanziario non può sostituirsi al sistema politico, ed è quest’ultimo a rappresentare l’autorità in grado di indirizzare gli operatori economici verso il cambiamento. Mescolare le responsabilità o, detto più brutalmente, scaricare barili può rappresentare un rischio per la tenuta del sistema. Questo in estrema sintesi il pensiero di Claudio Borio, Stijn Claessens e Nikola Tarashev, economisti della BIS, esposto in maniera molto chiara in un loro intervento sul sito del CEPR.

In un momento estremamente turbolento per gli equilibri geopolitici ed economici del mondo, la tentazione da parte dei governi di far andare avanti qualcun altro sulle questioni della transizione energetica rischia di emergere. Ma pretendere che siano le istituzioni finanziarie a modificare il modo di agire di imprese e consumatori è sbagliato e pericoloso.

Come spiegano Borio ed i suoi colleghi la transizione energetica affronta un enorme ostacolo rappresentato dalla mancanza di incentivi al cambiamento. Per molti operatori adottare politiche green significa aumentare i costi e lasciare i benefici a chi verrà dopo. Ed i costi della transizione pesano in maniera differente tra le fasce della popolazione e tra le varie aree geografiche. Su queste criticità è l’autorità politica l’unica in grado di intervenire.

Alimentare l’incertezza sul ruolo di guida del cambiamento significa lasciare il sistema finanziario in balia di due grossi rischi: l’eccessiva esposizione verso i settori inquinanti (ed i flussi di denaro che ancora arrivano nelle casse dei giganti del petrolio sono lì a ricordarcelo); e al tempo stesso il rischio di ritrovarsi esposti verso progetti che di verde hanno solo il nome, ovvero il rischio di rimanere vittime del fenomeno – in crescita – del greenwashing.

Foto di Markus Distelrath

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