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Le domande improvvise: cos’è il tasso di interesse neutro?

Esiste un tasso di interesse, chiamato neutro, che fa da spartiacque tra una politica monetaria restrittiva ed una espansiva.

Pochi giorni fa la governatrice della Fed di San Franciso, Mary Daly, ha delineato quella che secondo lei – membro non votante del board – dovrebbe essere la strategia della banca centrale USA nei prossimi mesi. Per Daly la cosa più importante da fare ora è riportare, il più velocemente possibile, i tassi di interesse al loro livello di neutralità.

Ma cosa si intende per tasso di interesse neutro? Come abbiamo avuto modo di dire tante volte la crescita economica di un paese viene misurata, oltre che dal PIL, dall’andamento di due variabili: inflazione e disoccupazione. Queste variabili sono un po’ come il livello dell’olio e dell’acqua in un’automobile: perchè il motore funzioni correttamente, e duri a lungo, questo livello deve rimanere sempre all’interno di un determinato intervallo. Così per l’economia di un paese i livelli di inflazione e di disoccupazione devono collocarsi su percentuali che consentano al ciclo economico di non surriscaldarsi e di non frenare bruscamente.

Dal lato della politica monetaria lo strumento che consente di “regolare” le due variabili è il tasso di interesse, e questo risulta essere neutro quando non sollecita un’accelerazione della crescita economica od una sua brusca frenata. In altre parole il tasso di interesse neutro è lo spartiacque tra una politica monetaria accomodante (tassi più bassi del livello di neutralità) ed una restrittiva (tassi più alti del livello di neutralità).

Come sempre accade quando si parla di tassi occorre ulteriormente distinguere tra breve periodo e lungo periodo. Le dinamiche del ciclo economico di breve possono essere influenzate dalla politica fiscale (ad esempio un taglio delle tasse che spinge la domanda) o da altri eventi esterni (uno shock che azzoppa l’offerta). La crescita economica nel lungo periodo è invece condizionata dalla produttività del lavoro, dall’avanzamento tecnologico e non ultimo dai cambiamenti climatici. Gli stessi elementi appena elencati determinano quello che si ritiene possa essere il tasso di interesse neutro di breve e di lungo termine.

Può capitare, come sta effettivamente capitando, che nel breve termine il tasso di interesse neutro sia più alto rispetto a quello di lungo termine. Nel breve l’economia sconta una fiammata inflazionistica senza precedenti, ma nel lungo le dinamiche demografiche e l’avanzamento tecnologico indicano futuri livelli inflattivi bassi e quindi tassi più bassi.

Foto di bru-no

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