USA, FED all’attacco con vista recessione

Tra gli analisti si fa sempre più strada l’idea che le mosse restrittive della FED possano portare l’economia USA verso un periodo di recessione.

Con l’inflazione che galoppa verso l’8% la FED ha deciso di passare alle maniere forti. Dai verbali dell’ultima riunione e dalle molte dichiarazioni rilasciate dai membri del board, appare chiaro che alla prossima occasione utile i rendimenti dei Fed Funds verranno alzati di 50 punti base e che le operazioni di rientro dal QE saranno velocizzate. Una mossa che secondo molti analisti conferma come l’istituto governato da J Powell si trovi in una posizione “behind the curve”, ovvero sia costretto ad inseguire l’andamento dei tassi e non a dirigerlo.

Se la curva di Philipps ha ancora un suo perchè, si può dire che la banca centrale statunitense proverà nei prossimi mesi a ridurre l’inflazione “sacrificando” un po’ di occupazione, nel tentativo di raffreddare l’economia ed evitando, se possibile, di innestare la retromarcia. E qui sta il nodo della questione. Dal dopoguerra ad oggi alla FED il cosiddetto “soft landing” è riusciuto solo in tre occasioni e mai in presenza di un’inflazione di questa portata. Ecco perchè in molti sono convinti che lo sfogo naturale di questa fase di politica monetaria restrittiva della FED sarà una recessione per l’economia USA.

Stando all’ultimo sondaggio di Markets Live il segno meno per il PIL USA dovrebbe arrivare nel 2023. Il 48.8% degli intervistati, infatti, vede recessione per il prossimo anno ed un 20% nel 2024, solo il 15% pensa che possa accadere già entro il 2022. Per motivare la loro conclusioni la stragrande maggioranza degli intervistati (oltre l’80%) fa riferimento all’andamento dello spread tra titoli di stato a 2 e a 10 anni.

Anche tra i grandi gestori si parla apertamente del rischio recessione. Se per JPMorgan non è lo scenario base, Goldman Sachs (Meena Lakdawala-Flynn al Bloomberg Wealth Summit) vede l’inflazione tornare già entro il 2022 sotto il 4%, ma il “costo” di questo movimento è un aumento delle probabilità di recessione nel 2023. Deutsche Bank ipotizza che entro metà dell’anno prossimo i tassi dei FED Funds potrebbero posizionarsi sul 3.5%, la conseguenza potrebbe essere una “veloce” fase di recessione tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

In definitiva sembrano davvero pochi quelli che ritengono possibile rimediare alla sfuriata dei prezzi senza un inciampo sul fronte della crescita. La FED, già sotto stretta osservazione dopo l’evidente ritardo sul fronte inflazione, rischia di attirarsi ulteriori critiche.

Foto di pedrik

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