Hedge Funds, rotta sull’Europa

Sono i grandi protagonisti della finanza mondiale e spesso vengono additati come una delle principali fonti di speculazione sui mercati. Un recente rapporto rivela che gli investitori che decidono di affidare i loro capitali agli Hedge Funds, nel 2018, puntano dritto sull’Europa.

A rivelare questa tendenza è il 16° rapporto annuale di Deutsche Bank sugli investimenti alternativi. Secondo questo rapporto il 37% degli investitori in Hedge Funds vogliono incrementare la loro esposizione sull’Europa. Il dato è molto rilevante se confrontato con quello dell’anno passato (17%) ed indica una volontà precisa da parte degli investitori: guadagnare dal recupero delle economie europee.

Dopo anni di crescita piatta e tensioni sul fronte della finanza statale, l’Europa riacquista appeal e diventa – il 37% significa anche questo – la prima zona geografica su cui puntano gli investitori alternativi.

Sempre dal rapporto di DB si possono estrarre altre due interessanti considerazioni. La prima riguarda la difficoltà per gli investitori di trovare prodotto che siano al 100% investiti in assets europei, la seconda afferisce alla dimensione degli Hedge Funds: gli investitori preferiscono i piccoli perchè più specializzati ed in grado di garantire una maggior differenziazione rispetto ai grandi fondi con portafogli molto simili tra loro.

Tra le strategie più popolari spiccano ancora quelle quantitative ma nel 2017 si è assistito ad un aumento degli investimenti in fondi event driven la cui stategia è quella di puntare su particolari eventi in grado di influenzare i mercati (com’è avvenuto, per esempio, con la riforma fiscale di Trump).

Le economie europee attirano capitali. Questo porta con se anche altre conseguenze. Da un lato l’apprezzamento dell’euro che già nei fatti è visibile e dall’altro un potenziale forte aumento della volatilità (pane quotidiano degli Hedge Funds).

I segnali non mancano. Parlavamo recentemente dell’aumento del valore delle posizioni short e del caso Bridgewater  in Italia ma lo stesso livello di volatilità delle ultime settimane potrebbe essere considerato un campanello di allarme. La finanza cerca terreno fertile e sposta rapidamente le sue truppe; il piccolo risparmiatore può “salvarsi” solo conoscendo quali mani muoveranno, nei prossimi mesi, le borse del vecchio continente.

 

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