Gli USA e quel problema col debito pubblico

Un allarme è suonato sul debito pubblico USA. In un report gli economisti di Goldman Sachs puntano i fari sulla politica fiscale e la conclusione è da codice rosso. 

Nella continua ricerca di elementi su cui far poggiare teorie ed ipotesi sul futuro andamento dei mercati e delle economie mondiali, spunta un report della banca d’affari Goldman Sachs che suona come un allarme lanciato verso il congresso e la Casa Bianca. Oggetto del contendere sono le politiche fiscali ed il debito pubblico USA.

Il team di economisti guidato da Jan Hatzius lancia un monito: le politiche fiscali americane rischiano di portare l’economia in un terreno mai esplorato prima. C’è la possibilità che l’aumento del deficit, da stimolo in grado di riportare la locomotiva statunitense a piena velocità, si trasformi in un pesantissimo freno.

Il report sottolinea come, nel giro di qualche mese, si siano votate una rifoma fiscale ed un aumento del budget federale. La prima porterà in eredità un surplus di deficit da 1,5 trilioni di dollari in 10 anni. La seconda appare non in linea con la fase espansiva del ciclo economico. Nel passato a fasi di espansione economica si sono accompagnate politiche di aumento delle tasse e riduzione delle spese. Dal 1948 al 2008 all’aumentare della occupazione il deficit primario è sempre tendenzialmente sceso, oggi la situazione è opposta. La disoccupazione tocca i minimi storici ma il deficit aumenta.

E’ significativo il calcolo fatto da Goldam Sachs sull’apporto che queste politiche fiscali porteranno alla crescita: appena lo 0,7% nel 2018 e lo 0,6% nel 2019. Nel frattempo il rapporto deficit/PIL si porterà quest’anno al 5,2% con una massa di debito pubblico che supera oramai i 20 trilioni di dollari.

La situazione politica americana rischia di complicarsi enormemente con le elezioni di mid-term che, a detta di tutti gli osservatori, dovrebbe portare il congresso sotto il controllo dei democratici. Questo potrebbe avere come effetto il rallentamento delle politiche fiscali espansive ma non un’inversione di tendenza. Salvo sorprese occorrerà attendere il 2020 per capire se si tornerà a parlare di riduzione del deficit. Nel 2020, però, le condizioni economiche potrebbero essere cambiate.

Per Goldman Sachs pare che questa amministrazione e questo congresso stiano perdendo una buona occasione per rimettere su di un binario sostebile le finanze federali portando così il sistema verso lidi ancora inesplorati e potenzialmente pericolosi.

 

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