Continua il momento estremamente nervoso dei mercati azionari. A farla da padrone in questa fase è la volatilità. Ma per quanto tempo dovremo convivere con questa correzione? Le opinioni sono tra le più varie e non mancano i pessimisti.
Partiamo proprio dalle voci più minacciose. Iniziamo col dire che per molti analisti la bussola sarà lo S&P500 ed in particolare la sua capacità di rimanere sopra la fatidica quota dei 2500 punti. Se il supporto regge la correzione potrà essere archiviata con un sospiro di sollievo, se la soglia dei 2500 viene bucata con convinzione le cose potrebbero mettersi maluccio.
Jim Rogers, fondatore con George Soros del Quantum Fund, la tocca piano: “Stiamo per tornare ad un mercato orso e sarà il peggiore della nostra vita” – dichiara a Bloomberg News. Alla base nelle nere previsioni di Rogers l’enorme ammontare di debito accumulato dall’economia globale. Un’impennata dei tassi di interesse avrebbe l’effetto di un colossale tornado.
Se questo può essere definito come il peggiore degli scenari possibili va ammesso candidamente che sono in pochi a credere che la fase di correzione sarà breve. Greg McBride di Bankrate.com ammette a Marketwatch.com che le aspettative sono per un ulteriore alleggerimento del 5% sul Dow Jones. E McBride non è il solo a pensarla in questo modo, tanto che dalla lettura di vari report si può affermare che il consensus è per una correzione complessiva tra 15% ed il 18%. Perdite più consistenti (20% ed oltre) cambierebbero notevolmente le carte in tavola. L’ultimo baluardo ad una inversione di medio-lungo rimarrebbe la media mobile a 200 giorni, bucata questa per il Dow ci sarebbero pochi agganci per evitare lo scivolone. Stiamo parlando attualmente di un livello attorno ai 18900 punti (il Dow attualmente naviga sui 24500).
Così, mentre si aspetta San Valentino con il suo carico di dati sull’inflazione USA, iniziano a serpeggiare qual e là parole preoccupanti, come recessione. Non è un caso che tra i primi a pronunciarla ci sia una vecchia conoscenza: Ray Dalio. Si, proprio lui, quello che con il suo mega Hedge Fund Bridgewater sta scommettendo da qualche settimana sullo scatafascio italico. Dalio sostiene che i dati sull’impennata dei salari di gennaio portano un po’ più avanti le lancette del ciclo economico. La sua previsione vede un mercato azionario ancora in salita per un anno abbondante (non in impennata, però).
Ma Dalio non è da solo. Il sondaggio confezionato da Bank Of America parla di oltre il 70% dei Fund Manager convinti che il ciclo economico si sia portato oramai all’ultimo miglio dell’espansione. Una percentuale che non veniva rilevata così alta dal 2008. E non sono semplici presentimenti, i Fund Manager hanno iniziato anche a modificare le loro asset allocation. La quota in azioni si è portata dal 55% di Gennaio al 43% di Febbraio con un leggero aumento della liquidità ed una sempre maggiore riluttanza per i bond ancorati all’inflazione.
Di questo si discute in questi giorni. Correzione breve/lunga oppure vero e proprio momento di inversione? Non ci resta che attendere 24 ore per avere un tassello in più da aggiungere al dibattito.