La globalizzazione è viva e vegeta, ma sta cambiando

La globalizzazione è viva e vegeta ma i suoi lineamenti stanno decisamente cambiando. Potrebbe essere questa una sintesi estrama dei risultati dell’annuale rapporto sul commercio internazionale curato da DHL.

Qual è lo stato di salute del commercio internazionale all’indomani della pandemia e “schiacciato” tra due gravi crisi geopolitiche? A questa domanda prova a rispondere l’ultima edizione del DHL Global Connectedness Report. Dalla sua lettura emergono netti i segnali della resilienza della globalizzazione, ma con la stessa nettezza si delineano le nuove caratteristiche del fenomeno.

Nella fase più inquietante ed incerta della pandemia ci si era iniziati a domandare se la globalizzazione che aveva accompagnato l’economia mondiale per oltre due decenni stesse vivendo il suo canto del cigno. A pandemia archiviata possiamo dire che molto di quanto ipotizzato non si è realizzato.

Il Global connectedness Index di DHL ha raggiunto il suo nuovo massimo storico nel 2022 ed ha confermato questa quota anche nel 2023. A sostenere i livelli di “connessione internazionale” sono stati il commercio di bene e servizi e gli investimenti, mentre sul fronte dello scambio di proprietà intellettuali, brevetti e ricerca si è assistito ad una brusca frenata. Un aspetto, quest’ultimo, molto significativo, visto che proprio lo scambio di informazione era stato l’elemento trainante della “connessione internazionale” nei primi due decenni del 2000. E la sua recente evoluzione si lega in maniera stretta ai cambiamenti nei rapporti tra USA e Cina.

Gli scambi tra le prime due economie mondiali, si legge nel report, hanno continuato a ridursi anche nel 2023, portandosi su livelli inferiori di circa 25 punti percentuali rispetto al 2016. Una riduzione che ha interessanto sia il commercio che i flussi di investimenti, di informazioni e di persone. Ben 9 tipologie di flusso sulle 11 analizzate da DHL ha registrato una flessione anche nel 2023. Eppure, afferma il report, tra i due paesi rimangono legami commerciali che non si riscontrano così stretti in nessun altra coppia di paesi al mondo. In altri termini tra Pechino e Washington ci si guarda con sospetto ma non si ha nessuna intenzione di separarsi.

Di separazione, o per meglio di di decoupling, si può parlare, invece, per quel che riguarda i rapporti tra Russia e occidente. Il Global connectedness Index russo è quello calato maggiormente nel 2023, con un risultato particolarmente negativo in termini di investimenti esteri.

Segnali di un rimodellamento dei rapporti di scambio internazionali ma la globalizzazione sembra ancora viva e vegeta, come si diceva nel titolo. Il report di DHL aggiunge altri dati interessanti. Si scopre ad esempio che gli scambi tra i paesi sotto influenza cinese e quelli sotto influenza occidentale sono tornati sui livelli pre pandemia (escludendo la Russia). Nemmeno la regionalizzazione degli scambi sembra aver “sfondato”, visto che la maggior parte degli scambi continua su rotte stabili e a lunga distanza.

Nel complesso il livello di globalizzazione si mantiene comunque piuttosto basso, l’indice di DHL che lo misura si ferma a 25 punti in una scala da 0 a 100. In altri termini gli scambi interni continuano a dominare sugli scambi internazionali.

Foto di Niklas

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