Sondaggi PMI, peggiora il quadro macro per l’Eurozona

I sondaggi PMI di dicembre raccontano di un quadro macro che peggiora per l’Eurozona, con il rischio sempre più concreto di un’entrata in recessione tecnica. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina, bene produzione industriale e vendite al dettaglio in novembre. Nel mese di novembre la produzione industriale cinese ha registrato un incremento su base annua del 6.6%, in accelerazione rispetto al mese precedente e meglio delle attese. Si tratta del miglior risultato dal febbraio del 2022, grazie alla performance della manifattura e del settore estrattivo. Sempre a novembre numeri in crescita anche per le vendite al dettaglio. L’incremento annuo sale al 10.1%, 11° mese consecutivo di crescita. Le attese erano per una variazione del 12.5%. Intanto la banca centrale ha lanciato un nuovo prestito a breve termine da 1.45 trilioni di yuan al tasso invariato del 2.5%. Al netto dei prestiti in scadenza si tratta di una ulteriore iniezione di liquidità nel sistema pari a 800 miliardi di yuan (record storico).

Sondaggi PMI, peggiora il quadro macro per l’Eurozona. La stima preliminare del sondaggio PMI di dicembre vede numeri in calo per l’Eurozona, mentre segnali di recupero arrivano da Gran Bretagna e Giappone. Vediamo qualche dettaglio

Australia. A dicembre il settore privato australiano rimane in zona contrazione ma il PMI composite migliora rispetto a novembre. Numeri in leggero miglioramento sia per la manifattura che per il settore servizi. Pesa la gelata degli ordinativi, con le nuove attività di export in zona contrazione per il 10° mese consecutivo. Sul fronte dei prezzi continua il calo di quelli alla produzione (minimo da agosto 2021), mentre continua il ricarico dei costi sui prezzi finali al consumatore.

Giappone. Il settore privato giapponese torna in zona espansione a dicembre grazie all’ottima performance del settore servizi. La manifattura, invece, continua a rimanere in una fase di contrazione. I nuovi ordini, però, continuano a scendere anche a dicembre e si registra un rialzo dei prezzi dovuto alle fluttuazioni dello yen e ad un maggior costo del lavoro e delle materie prime.

Eurozona. Numeri ancora negativi per l’Eurozona nel mese di dicembre. Il PMI composite scende ulteriormente in zona contrazione e si ferma a 47 punti: settimo mese consecutivo sotto quota 50; nono mese di contrazione per la manifattura; terzo peggior risultato del settore servizi da inizio 2021. La manifattura tedesca continua a rimanere estremamente debole, anche se il PMI recupera un punto e sale a 43. In calo per il settimo mese consecutivo i nuovi ordini e nel mese di dicembre si assiste anche ad una netta diminuzione degli arretrati. Anche dall’occupazione arrivano notizie negative: secondo mese consecutivo di calo, con le imprese che riducono i posti di lavoro per adattarsi alla domanda ridotta. Sul fronte dei prezzi da segnalare l’accelerazione di quelli finali (massimo da maggio scorso). Indicazioni che ancora una volta sembrano indicare l’arrivo di una recessione tecnica per l’area.

Gran Bretagna. A dicembre migliora ancora il PMI composite inglese, con il settore privato che rimane in zona espansione per il secondo mese consecutivo ed al miglior ritmo dal giugno scorso. Anche qui il merito è del settore servizi, mentre la produzione del settore manifatturiero cala per il decimo mese consecutivo e ad un ritmo in accelerazione rispetto a novembre. Occupazione in calo per il quarto mese consecutivo. Sul fronte dei prezzi moderati aumenti sia per quelli alla produzione, sia per quelli finali.

Eurozona, costo del lavoro in aumento nel terzo trimestre. Nel terzo trimestre del 2023 i salari nell’area Euro hanno registrato un incremento del 5.3% su base annua, in accelerazione rispetto al trimestre precedente. L’aumento risulta piuttosto generalizzato con il settore delle utilities che registra un +7.6% su base annua. Il costo del lavoro è anch’esso salito del 5.3% su base annua. Si tratta di numeri che rischiano di creare effetti inflattivi e che la BCE monitorerà con attenzione nei prossimi mesi.

USA, produzione industriale nel mese di novembre. La produzione industriale statunitense registra un incremento mensile a novembre dello 0.2%, un decimo sotto le attese del mercato ed in controtendenza rispetto al mese precedente. Su base annua l’incremento è dello 0.4%. La capacità utilizzata è del 78.8%, due decimi sotto le attese ed ancora sotto la media di lungo periodo.

USA, indice Empire State del mese di dicembre. Peggiora pesantemente a dicembre l’indice dell’attività industriale nell’area di New York. L’Empire State Index scende al minimo da quattro mesi a questa parte, fermandosi a -14.5 punti contro attese di 2 e il precedente di novembre a 9.1 punti. I numeri raccontano un rallentamento della produzione e dei nuovi ordini, in uno scenario con prezzi in ulteriore leggera discesa e fiducia degli operatori ancora a livelli non particolarmente brillanti.

Foto di Pexels

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