Monete digitali, le banche centrali continuanuo a sperimentare

Uno studio della Federal Reserve di New York apre la strada al possibile utilizzo delle monete digitali per velocizzare i pagamenti internazionali. I tempi, però, rimangono molto lunghi.

Le recenti “disavventure” di alcuni tra i principali operatori nel mondo delle monete digitali ha sicuramente tolto un po’ di smalto al tema dell’adozione di questi nuovi metodo di pagamento da parte delle banche centrali. Ma se sui media si tende a parlarne un po’ meno, negli ambienti finanziari la sperimentazione non si è mai fermata.

Nelle scorse settimane, ad esempio, sono usciti i risultati di uno studio condotto da una divisione della Federal Reserve di New York, la New York Innovation Center, con lo scopo di indagare gli effetti dell’adozione di un dollari digitale nel sistema bancario statunitense. L’esperimento, durato 12 settimane, ha visto coinvolte alcune tra le maggiori banche del paese, ha utilizzato il metodo del regulated liability network, simulando l’emissione di dollari digitali collegati ai depositi dei clienti degli istituti coinvolti attraverso una blockchain “ad invito”.

Il risultato del test è decisamente soddisfacente. Il report della New York Innovation Center sottolinea come non siano emersi problemi legali sulla gestione dei depositi e che il dollaro digitale ha permesso di velocizzare le transazioni fornendo un interessante spunto di sviluppo futuro soprattutto per quel che riguarda le operazioni di pagamento internazionali.

Lo studio sottolinea come un confronto più approfondito con le autorità di vigilanza sia sicuramente necessario per mettere a punto il meccanismo, ma di fondo si tratta di una strada percorribile. Del resto l’interesse a partecipare all’esperimento da parte di colossi come Citigroup e Well Fargo è li a testimoniare che la strada della moneta digitale, verosimilmente una versione corretta degli stablecoin, non sia mai stata abbandonata dagli istituti centrali. I tempi per mettere a terra un progetto di questo tipo, però, rimangono molto lunghi.

Foto di Gerd Altmann

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