E se quella degli USA fosse una recessione “off-cycle”

Dati macro ed andamento dei mercati finanziari non sembrano accordarsi, ed allora ci si “scatena” su ipotesi e previsioni. Così spunta anche l’idea che quella degli USA possa essere una recessione “off-cycle”.

Recessione si, recessione no. Correzione si, correzione no. Eccoli i due grandi dibattiti di questo inizio estate. Ovviamente il focus principale resta sugli Stati Uniti che nelle ultime settimane continuano a fornire spunti macro contrastanti.

La posizione della banca centrale per il momento sembra piuttosto ferma. La strada dei rialzi non è ancora terminata e di pivot non se ne parla fino ad almeno metà del 2024. Molto più volatile sembra essere l’opinione degli investitori; e lo dimostra l’andamento più zoppicante degli indici azionari statunitensi nell’ultimo periodo.

Gli analisti, pur con differenti gradazioni, sembrano mostrare scetticismo sulla possibilità che il recupero dei listini abbia fiato sufficiente per continuare da qui ai prossimi mesi. Michael Wilson di Morgan Stanley ritiene che al momento i venti contrari che spirano sul mercato abbiano maggior forza rispetto a quelli favorevoli e “vede” lo S&P500 finire l’anno a livelli inferiori di 10 punti percentuali rispetto all’attuale quotazione; con lo stile Value a fare meglio del Growth.

Una visione completamente differente è quella di Denise Chisholm di Fidelity. Intervistata da ThinkAdvisor, la quantitative market strategist sostiene che la recessione di cui tutti parlano potrebbe già esserci stata, e la prova andrebbe ricercata nell’andamento dei salari reali. Recessione statisticamente significa anche salari reali in calo, evento che si è materializzato nel 2022. Una recessione “off-cycle“, come la definisce Chisholm che potrebbe già essere alle spalle, con i salari reali in ripresa a fare da traino.

Molto più prudente la visione di Amundi che nel suo Mid-Year Outlook punta i riflettori sulla complicata situazione del sistema finanziario. Alti livelli di debito, un mercato del credito che si è fatto più rigido, l’aumento delle cosiddette shadow banks e la diminuzione della liquidità in molti mercati sono campanelli d’allarme che non si possono ignorare. Per la società di gestione francese meglio puntare sulla qualità.

Foto di StockSnap

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