Uno studio del NIESR disegna il possibile impatto dell’inflazione sui conti delle famiglie britanniche e ci ricorda che al di la dei numeri sensazionali ci sono le ricadute reali.
L’inflazione corre, ed in alcune grandi economie occidentali si sta avvicinando a quella soglia che tradizionalmente le attribuisce l’aggettivo di galoppante. E’ il caso della Gran Bretagna, il cui tasso di inflazione potrebbe toccare il 10% entro la fine dell’anno.
Ma per quanto sensazionali, le percentuali spiegano poco di quale sia il reale effetto di una ondata di carovita di queste proporzioni. Ad aiutarci ad andare più nel concreto ci ha pensato il National Institute of Economic and Social Research, il NIESR, che ha pubblicato settimana scorsa i risultati di uno studio sull’impatto che gli attuali livelli di costo della vita avranno sulle famiglie britanniche. Posto che il NIESR stima un’inflazione RPI a fine anno al 14.1%, il maggior valore da oltre 40 anni, il rischio è che oltre 250 mila famiglie scivolino nella povertà assoluta. Entro un anno un milione di britannici potrà considerarsi in una situazione di “destitution“, ossia con un reddito mensile dedotte le spese di base pari a 140 sterline. In aggiunta a questo considerevole numero, quasi mezzo milione di cittadini inglesi sarà costretto a scegliere tra spesa per il cibo e spesa per il riscaldamento.
L’inflazione colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Il costo in termini di perdita di reddito, calcolato dal NIESR per le 11,3 famiglie più povere, tocca i 4,2 miliardi di sterline, nettamente più elevato rispetto a quello che patiranno le famiglie middle income. Il tutto in uno scenario di crescita in rallentamento. Per il 2023 l’istituto prevede per la Gran Bretagna un PIL in crescita solo dello 0.8% ed un’inflazione ancora sostenuta, al 2.9%.
L’inflazione nella realtà economica può avere effetti devastanti, e per questo motivo è necessaria un’azione forte da parte della politica fiscale. Il NIESR suggerisce per il caso inglese un contributo di 250 sterline per le famiglie con i redditi più bassi, un’operazione dal costo di quasi due miliardi di sterline, ma che metterebbe in sicurezza una fascia di popolazione che rischia di non riuscire a mettere assieme un pranzo ed una cena.
Foto di Rudy and Peter Skitterians