La BoE non si fida, tassi fermi anche a novembre

La BoE alla fine non si fida e lascia i tassi fermi anche a novembre. Inflazione inglese vista in crescita fino ad aprile del prossimo anno. Negli USA aumenta il costo del lavoro, mentre calano ancora i sussidi di disoccupazione. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

La BoE non si fida, tassi fermi anche a novembre. La banca centrale inglese lascia i tassi invariati anche nella riunione di novembre. La decisione è stata presa a maggioranza (7 contro 2). Invariato anche il ritmo di acquisto titoli (qui il board è sembrato più spaccato, 6 membri favorevoli contro tre contrari). La BoE rimane imprigionata tra due fuochi: da un lato il forte rialzo dei prezzi che ha fatto schizzare l’inflazione ben oltre il 2%; dall’altro lato la preoccupazione che una stretta monetaria possa danneggiare la ripresa economica, specie in un momento di transizione sul mercato del lavoro. Ma un intervento restrittivo è probabile già nelle prossime riunioni (febbraio?). L’inflazione è vista salire ancora fino ad aprile del 2022 (5%).

Germania, ordinativi industriali rimbalzano a settembre. Dopo lo stop di agosto tornano a salire gli ordinativi industriali tedeschi. A settembre è +1.3%, sette decimi meno delle attese. Bene gli ordini di impianti, macchinari ed auto, in calo quelli di beni intermedi e di beni di consumo. Sul fronte geografico calano gli ordini domestici e quelli dall’Europa, crescono a doppia cifra quelli extra-EU.

Eurozona, PMI Composite ad ottobre rivisto in leggero ribasso. La lettura definitiva del sondaggio PMI composite di ottobre per l’Eurozona è leggermente inferiore alla stima flash. Si conferma per il nono mese consecutivo la fase di espansione del settore privato, ma per il terzo mese consecutivo il dato è in calo (54.2, valore più basso da 6 mesi a questa parte). Detto della complicata situazione del manifatturiero, nel mese di ottobre anche il settore servizi ha visto un leggero rallentamento, passata la “sbornia” da riaperture.

Eurozona, prezzi alla produzione da record. I prezzi alla produzione dell’Eurozona sono saliti del 2.7% nel mese di settembre, il rialzo più consistente dal gennaio del 1995, un anno filato di valori in crescita. La voce con la variazione più consistente è quella dell’energia: in un mese prezzi su del 7.7%.

USA, sussidi di disoccupazione ancora in calo. Quinta settimana consecutiva di calo per le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli USA. Settimana scorsa sono state 269 mila, meglio delle attese ed al nuovo minimo da inizio pandemia. La media a quattro settimane scende ulteriormente a 284,75 mila, mentre i sussidi continuativi si fermano a 2,105 milioni, minimo da inizio pandemia, meglio delle attese.

USA, balzo del costo del lavoro nel terzo trimestre. Ancora segnali inflattivi per l’economia statunitense. Secondo una prima stima, nel terzo trimestre il costo del lavoro è salito dell’8.3% annualizzato dal +1.1% del trimestre precedente. L’incremento è in gran parte dovuto ad una perdita di produttivita (-5%), ma la quota relativa alla paga oraria è comunque salita del 2.9%. Considerando gli ultimo 4 trimestri, il costo di un’ora di lavoro è aumentato del 4.3%.

USA, a settembe bilancia commerciale aumenta deficit. Nel mese di settembre le importazioni statunitensi sono salite dello 0.6%, alla cifra record di 288 miliardi di dollari; nello stesso periodo le esportazioni sono scese del 3%. L’effetto complessivo è un aumento del deficit della bilancia commerciale, che tocca il livello record di 80.9 miliardi di dollari.

USA, annunci di tagli occupazionali. Sono 22822 i tagli occupazionali annunciati dalle aziende USA nel mese di ottobre, si tratta del numero più alto da cinque mesi a questa parte. Un dato significativo: ben 5071 tagli sono relativi a lavoratori che hanno rifiutato la vaccinazione anti-covid.

Foto di Albrecht Fietz

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