L’anno abbondante di pandemia non sembra poter scalfire una tendenza di lungo periodo: la classe media assorbirà una fetta sempre più larga dei consumi globali. E questo significa due cose: i poveri conteranno sempre meno e l’inflazione dovrà fare i conti con le caratteristiche della domanda.
Spunto per questo post è un bel lavoro pubblicato dal Brookings Institute ed opera di Wolfgang Fengler e Homi Kharas. I due ricercatori hanno provato a fare quelche stima sul futuro andamento dei consumi globali, anche alla luce di quanto successo negli ultimi 12 mesi con la pandemia di Covid-19.
I risultati dello studio sono molto interessanti. Innanzitutto Fengler e Kharas ci dicono che la pandemia, vista in una prospettiva di lungo periodo, non sembra poter modificare un trend di lungo periodo che porterà, entro il 2030, la classe media – intesa come tutti coloro che hanno un reddito giornaliero tra gli 11 ed i 110 dollari – a dominare la scena dei consumi, rilegando alla marginalità 3.3 miliardi di persone che non arrivano agli 11 dollari giornalieri di reddito.
Analizzando i dati sulle classi di consumatori a livello mondiale dal 1950 ad oggi si evidenziano due tendenze. La prima è l’aumento continuo degli appartenenti alla classe media, con il 2020 a rappresentare l’unico anno nel quale questa fascia di consumatori è diminuita su base annua. Nel 2021 i consumatori globali aumentaranno di 175 milioni di unità, l’incremento annuo più alto di sempre, e gran parte di questi “nuovi arrivati” prenderà posto tra le fila della classe media.
La proiezione al 2030 indica un aumento dei consumi del 50% rispetto al 2020, con una cifra complessiva che potrebbe sfiorare i 100 trilioni di dollari. Ed una larga fetta dei consumi globali sarà appannaggio delle classe media: 3 miliardi di persone che spenderanno qualcosa come 35 trilioni di dollari. Dall’altro lato la classe con i redditi più bassi si troverà a contare per circa il 6% dei consumi globali, un’inezia che costringerà altri 3 miliardi di persone a non contare praticamente nulla.
L’arrembaggio della classe media, sempre meno occidentale e sempre più globale, costringerà l’offerta a fare i conti con una domanda dalle disponibilità economiche sensibilmente più ridotte ma più numerosa, situazione questa che potrebbe avere ripercussioni di lungo anche sul piano dei prezzi.
Foto di Andreas Lischka