Nella lettura finale di maggio dei sondaggi PMI manifattura spicca un dato comune: la pressione sui prezzi continua a salire, mentre la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e componenti rallenta la produzione. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Sondaggio PMI manifattura finale di maggio. L’infornata di dati PMI manifattura finali per il mese di maggio conferma la fase di espansione dell’economia mondiale, ma emergono sempre più forti i segnali di pressione sui prezzi e le difficoltà di approvvigionamento di componenti e materie prime da parte delle aziende. Vediamo i risultati delle principali aree economiche.
Cina. Rispetto al dato NBS, il Caixin cresce a maggio e tocca i 52 punti, massimo da cinque mesi a questa parte. Sul piatto, però, rimangono gli stessi problemi: prezzi alti, difficoltà di approvvigionamento che allungano i tempi di consegna ed aspettative che scendono.
Giappone. PMI manifattura migliore rispetto alla stima preliminare, da 52.5 a 53, ma in leggera flessione rispetto ad aprile. A crescere sono ancora i prezzi, con quelli dei beni di input che toccano i massimi dal 2018. In Giappone l’ottimismo delle aziende cresce: le aspettative per l’andamento dell’economia nei prossimi mesi toccano il secondo valore più alto di sempre.
Eurozona. Terzo mese consecutivo sopra quota 60, nuovo record storico a 63., 11° mese consecutivo in zona espansione. Dati positivi dalla lettura finale del PMI elaborato da IHS Markit, tuttavia le componenti segnalano qualche problema. L’output scende ai minimi da tre mesi a questa parte. Gli acquisti di materie prime salgono ma le consegne hanno tempi sempre più lunghi. Il risultato sono costi sempre più alti che le aziende passano al compratore finale: l’inflazione di output è a livelli massimi da 18 anni a questa parte. Migliora anche la componente occupazione, che segna il quarto mese consecutivo di crescita.
Gran Bretagna. Quanto visto per l’Eurozona vale anche oltre Manica. Il PMI tocca a maggio un nuovo record storico a 65.6 punti, rivisto leggermente al ribasso rispetto alla stima preliminare. Sul fronte prezzi da segnalare il nuovo massimo storico toccato dalla componente inflazione di output, altro segnale che il trasferimento dei maggiori costi delle materie prime verso i consumatori finali è in netta accelerazione.
USA. L’ISM Manufacturing PMI sale a maggio e tocca quota 61.2; dinamiche chiare anche in questo caso: ordini in aumento, produzione che rallenta a causa della mancanza di materie prime, prezzi che schizzano verso l’alto. Da segnalare la componente occupazione che tocca i minimi da novembre 2020, sul dato pesa la sempre maggiore difficoltà di trovare candidati.
Eurozona, disoccupazione cala leggermente in aprile. Scende di 154 mila unità il numero di disoccupati nella zona Euro, con il tasso di disoccupazione che scende di un decimo, all’8%. Molto disomogenea la situazione nazionale. Olanda e Germania stabili sotto quota 5%, Italia e Spagna rimangono a doppia cifra.
Eurozona, inflazione a maggio batte le attese. L’inflazione dell’area Euro rivede quota 2%. Tale è infatti l’incremento percentuale annuo dei prezzi al consumo registrato nel mese di maggio. Si tratta del valore più alto dall’ottobre del 2018, con i prezzi dell’energia e dei servizi a guidare la risalita dal baratro toccato un anno fa. Su base mensile lo scarto è stato dello 0.3%, secondo mese consecutivo di calo ed in linea con le aspettative. Dedotta la parte più volatile, l’inflazione core segna +0.9% annuo, ben lontana dal target BCE.
PIL 1° Trimestre, benino Canada e Brasile. Primo trimestre 2021 di crescita per Canada e Brasile, ma a ritmi decisamente più lenti rispetto ai tre mesi precedenti. In Canada la variazione è dell’1.4%, meno della metà di quanto ci si attendeva ed in rallentamento dal +2.2% precedente. In Brasile il primo trimestre segna +1.2%, un decimo sotto le attese, secondo trimestre in calo consecutivo.
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