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Occupazione USA, il ruolo chiave dei licenziamenti temporanei

I numeri del mercato del lavoro americano continuano ad essere al centro del dibattito, specie per la grande quantità di licenziamenti temporanei. Consapevoli che non c’è ripresa se non torna a crescere l’occupazione, Robert Hall e Marianna Kudlyak hanno provato a cercare qualche risposta nelle recessioni del passato.

In un recente contributo pubblicato dal CEPR, i due studiosi hanno analizzato i dati dei periodi di recessione vissuti dall’economia americana dal 1949 al 2009, concentrandosi proprio sui tassi di disoccupazione. Un primo dato significativo della ricerca è la costanza con la quale l’economia statunitense è riuscita, negli ultimi 70 anni, a recuperare posti di lavoro all’indomani di una fase recessiva. Una resilienza che vale, stando alle statistiche, una riduzione dello 0.85% del tasso di disoccupazione per ogni anno successivo al bottom della recessione.

Se questa innata forza dell’economia americana nel generare occupazione fa ben sperare, sul recupero dalla crisi scatenata dal cov-sars2 pesa come un macigno la questione dei licenziamenti temporanei. In quel 13% di disoccupazione che oggi calcola ufficialmente il mercato del lavoro USA, c’è una percentuale molto alta – più alta rispetto ad altre recessioni – di lavoratori licenziati a tempo. Questo, sottolineano Hall e Kudlyak, può significare due cose. Un rapido rientro della disoccupazione su livelli “sostenibili”; un lungo periodo di bassa occupazione.

Nel primo caso, una veloce ripresa delle attività economiche ed una schiarita sul futuro dell’economia mondiale, porterebbe ad un rapido riassorbimento dei lavoratori temporaneamente licenziati, ridurrebbe a zero il rischio di disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro – i lavoratori riassunti riprenderebbero le mansioni precedenti – ed il tasso di disoccupazione tornerebbe su livelli “naturali” per gli USA (5-6%).

Nel secondo caso, il peggiore degli scenari possibili, l’incertezza e la persistenza della recessione trasformerebbe una larga parte dei licenziamenti temporanei in definitivi. Il risultato, dicono i ricercatori, è che, partendo dal 14% di disoccupazione attuale e considerando il tasso annuo storico di recupero di posti di lavoro post recessione (0,85% annuo), per un recupero dei livelli occupazionali “normali” – 5% di disoccupazione – sarebbero necessari 11 anni. Tantissimi.

Foto di Jason Goh

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